Un soldato inglese aiuta una ragazza italiana a trasportare i secchi pieni d'acqua lungo l'erta che attraversa la bella città altotiberina, nell'estate del 1944, dopo la liberazione.
In La guerra di liberazione in provincia di Arezzo. Immagini e documenti a cura di Ivano Tognarini, Amministrazione provinxciale di Arezzo.
1 commento:
Ero un bambino di 8 anni. Dopo la liberazione di Arezzo, il 16 luglio 1944, essendo sfollato con la mia famiglia a Castel Focognano, tentammo di passare la linea del fronte senza riuscirci. Nel tornare indietro, a circa 6-7 km da Catel Focognano incontrammo dei soldati tedeschi. Uno di essi, molto giovane, vedendo che mia madre portava in braccia il mio fratellino di appena due anni si offrì, gentilmente, di trasportarlo lui, e durante la notte percorremmo la strada, sterrata naturalmente, che da Salutio portava,in salita, alla nostra destinazione. Con mio padre,maresciallo dell'Esercito ma in incognito essendo sbandato, il soldato trascorse la strada parlando del più e del meno. Arrivati a destinazione non ci resto che ringraziarlo, senza poterlo accogliere perchè nell'abitazione in cui eravamo sfollati da Arezzo, i nostri parenti guardavano il tedesco con odio, e con con un certo imbarazzo anche noi, e non potemmo offrirgli neppure un bicchiere d'acqua. Di quel soldato, che non era armato e che per tornare al suo reparto dovette ripercorrere al buio (in zona partigliana) i sette km in senso inverso, non sapenno nulla. Come si vede la guerra non fa distinzione fra buoni e cattivi, e questo, quando si fanno le varie ricorrienze, a volte piene di odio e di livore, si dovrebbero ricorderlo.
Francesco Mattesini.
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