Prima di recarmi in riunione, inghiotto due valium con alcune sorsate di Perrier, poi mi detergo la fecola con batuffoli di cotone preinumiditi, quindi mi applico un idratante. Indosso un completo di tweed, camicia di cotone a righine, entrambi di Yves Saint Laurent, e cravatta Armani di seta. Ai piedi, porto scarpe nere Ferragamo, nuove, con mascherina. Mi sciacquo la bocca con antiplacca Plax, quindi mi lavo i denti. Quando mi soffio il naso scopro venature di sangue nel muco denso che si spande sul fazzoletto acquistato da Hermes per quarantacinque dollari. E' qualche tempo che sto bevendo venti litri d'acqua Evian al giorno e sto frequentando regolarmente il «tanning salon», quindi una singola sera di bagordi non ha inficiato la levigatezza della mia pelle né il suo colorito. La mia epidermide è ancora eccellente. Tre gocce di collirio Visine mi schiariscono gli occhi. Un impacco ghiacciato mi rassoda le guance. Insomma: dentro mi sento una merda, ma fuori appaio uno splendore.
da American Psyco, Bompiani, traduzione P. F. Paolini
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