3.1.17

Ara Güler fotografa Istanbul. Una poesia di Antonio Devicienti

Come sei bella stasera
mia donna che a tutti ti concedi
com’è giusto che sia
mia città lavorata
da milioni di mani
negli anfratti millenari
del giorno.

Mi piace il vino e il fritto
di dolcissime ciambelle
mi piace l’odore dello steamer
che si stacca dal molo
mi commuovo a guardare il selciato
bagnato di guazza serale
perché già quand’ero bambino
quel luccicare mi diceva
il giorno andato
la notte incipiente
la danza delle onde nel Bosforo
la fatica dei pescivendoli che
lavano i banconi della vendita.


Dal sito "via lepsius" 

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