8.5.17

Spork (Bee Wilson)

Il termine «spork» comparve per la prima volta in un dizionario inglese nel 1909, anche se il primo brevetto fu concesso solo nel 1970. Sia la parola sia l’oggetto sono un ibrido delle parole «cucchiaio» e «forchetta», spoon e fork. Come una matita con la gomma a un’estremità, lo spork è ciò che i teorici della tecnologia chiamano uno strumento «combinato»: due invenzioni in una. Nella forma classica, ricavata da leggera plastica monouso e distribuita nei fast food, questo attrezzo ha la forma concava di un cucchiaio, unita ai denti di una forchetta. [...]
Nella nostra epoca, lo spork ha trovato un seguito affezionato e piuttosto ironico. Esistono diversi siti web dedicati con consigli per l’uso («piegate i rebbi verso l’interno e verso l’esterno e mettete lo spork in posizione verticale. Otterrete così una torre pendente di spork»), haiku in suo onore («Lo spork, vera bellezza / i denti, la coppa, il lungo manico / ora sì che la vita è completa) e riflessioni generali. Ecco cosa dice spork.org:
"Lo spork è la metafora perfetta dell’esistenza umana. Prova a fungere sia da cucchiaio sia da forchetta e, per via di questa duplice natura, fallisce miseramente su entrambi i fronti. Non si può mangiare la minestra con lo spork: è troppo poco profondo. Non si può mangiare la carne con lo spork: i denti sono troppo piccoli".

In punta di forchetta; Rizzoli 2013

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