16.5.17

Trump. Una riforma sanitaria contro i pazienti (Abby Goodnough e Reed Abelson)

Alla vigilia dell'approvazione della legge che cancella l'Obamacare la rivista “Internazionale” ha pubblicato questo allarmante articolo di due giornalisti del “The New York Times”. (S.L.L.)

Decine di migliaia di persone
rischiano di perdere il diritto alle cure mediche
con la legge voluta da Donald Trump
Fran Cannon Slayton, un’autrice di libri per bambini, ha cercato di avere un atteggiamento positivo quando nel 2016 le è stato diagnosticato un tumore al cervello. Ma oggi è molto preoccupata dal tentativo del Partito repubblicano di cancellare e sostituire l’Obamacare, la riforma sanitaria voluta dall’ex presidente Barack Obama. “Non penso che la gente capisca la gravità della situazione”, dice Fran, che ha cinquant’anni e vive a Charlottesville, in Virginia. La sua preoccupazione principale riguarda il fatto che il progetto di legge (approvato dalla camera il 4 maggio e ora in discussione al senato) permetterebbe agli stati di liberarsi di una serie di obblighi, compreso quello che molti considerano il cardine dell’Obamacare: il divieto per le compagnie assicurative di imporre polizze con tassi più alti alle persone che, come Clayton, hanno già problemi di salute. Una possibilità che spaventa Fran e altri statunitensi malati di cancro o affetti da cardiopatie, diabete e altri disturbi le cui cure oggi sono coperte dall’Obamacare. Questa misura è una delle modifiche introdotte dalla Casa Bianca per ottenere l’appoggio dei deputati più conservatori del Partito repubblicano, che a marzo avevano bocciato un disegno di legge perché secondo loro era troppo moderato. In base alla proposta dei repubblicani, le compagnie non potranno rifiutarsi di vendere un’assicurazione sanitaria a nessuno, ma gli stati potranno chiedere un’esenzione dalla regola che oggi obbliga le compagnie assicurative ad applicare lo stesso prezzo a persone della stessa età e della stessa regione, a prescindere dal loro stato di salute. Se il disegno passasse, chi è rimasto senza copertura per almeno 63 giorni nel corso dell’ultimo anno potrebbe dover pagare un prezzo legato al suo stato di salute, con un possibile aumento vertiginoso del costo della polizza. Le persone in salute, al contrario, potrebbero beneficiare di una forte riduzione. Per ottenere l’esenzione, gli stati dovranno impegnarsi a trovare un altro modo per fornire assistenza alle persone con malattie gravi. Tra le possibilità ci sono le cosiddette high-risk pool, fondi speciali creati appositamente dagli stati. Ma alcuni studi, tra cui quello condotto dall’organizzazione non profit Kaiser family foundation, sostengono che questi fondi sarebbero insufficienti e che di solito non funzionano. Inoltre, con la nuova legge gli stati non dovrebbero più costringere le compagnie assicurative a vendere polizze che coprano dieci “servizi essenziali”, tra cui i farmaci con ricetta, l’assistenza in maternità, per le malattie mentali e per la tossicodipendenza. Consentendo alle compagnie di limitare la copertura, la legge potrebbe far scendere il prezzo delle assicurazioni, ma lascerebbe centinaia di migliaia di persone senza l’assistenza che in questi anni hanno ricevuto grazie all’Obamacare, tra cui le cure per la dipendenza da oppiacei. È difficile prevedere quante persone già malate saranno colpite da queste modifiche. Molti statunitensi che sono rimasti per un periodo senza copertura (per esempio perché hanno cambiato lavoro) potrebbero non essere più in grado di pagare i costi dei programmi statali. Le persone in salute, invece, potrebbero scegliere piani che offrono una copertura minima, e questo rischia di far lievitare i costi per chi ha bisogno di programmi di assistenza più completi.

Il momento del panico
Per tanti le nuove misure segnerebbero il ritorno a un’epoca in cui le compagnie assicurative valutavano attentamente lo stato di salute delle persone prima di stipulare una polizza. In passato, per esempio, in alcuni stati venivano stipulate polizze con clausole che escludevano dalla copertura una determinata malattia. Larisa Thomason di New Market, in Alabama, ricorda il giorno in cui, nel 2002, suo marito ricevette una lettera dall’Humana, la compagnia con cui aveva stipulato l’assicurazione sanitaria. L’azienda lo informava che non avrebbe coperto le cure per il cancro perché una colonscopia svolta in precedenza aveva rilevato la presenza di polipi benigni. Nel caso di Alice Thompson, invece, una compagnia del Wisconsin si rifiutò di coprire le spese relative alla sua salute riproduttiva perché un dottore le aveva consigliato di sottoporsi a un’isterectomia per superare i forti dolori mestruali. “Se mi fosse venuto un cancro all’utero o alle ovaie l’assicurazione non avrebbe coperto le spese”, dice Thompson, che ha 62 anni e vive South Milwaukee. “Per dieci anni ho vissuto con questa spada di Damocle”. Thompson, consulente ambientale attualmente in cura per emicranie e problemi alla vista, ricorda che quando è passata a un piano assicurativo legato all’Obamacare ha provato “un enorme sollievo. Ora lo spettro del passato è tornato a terrorizzarmi. Sto valutando la possibilità di trasferirmi in un altro stato dove sarebbe più facile ottenere la copertura sanitaria”. Prima che l’Obamacare obbligasse le compagnie assicurative a garantire servizi essenziali, le aziende ne escludevano regolarmente alcuni dalla copertura. Circa due terzi delle persone che acquistavano la polizza personalmente (cioè senza passare dai loro datori di lavoro) non avevano diritto a una copertura per la maternità. Un terzo non aveva copertura per abuso di sostanze e un quinto non aveva diritto all’assistenza per i casi di malattia mentale. Ellen Pasquette, 48 anni, perse la sua copertura sanitaria quando tornò in Pennsylvania, alla fine degli anni novanta. Artista freelance e musicista, Pasquette non ha mai stipulato una polizza tramite il suo datore di lavoro. Visto che soffriva di depressione, ha avuto “enormi problemi a trovare una compagnia disposta a farle una polizza”, anche se non era mai stata ricoverata e per il resto godesse di buona salute. Quando alla fine è riuscita a ottenere un’assicurazione, c’era una clausola che escludeva qualsiasi copertura per le cure mentali. Oggi Ellen e suo marito Thomas usufruiscono di un piano sanitario legato all’Obamacare. La donna dice che dopo aver analizzato la legge dell’amministrazione Trump ha vissuto momenti in cui ha “sfiorato il panico”. In passato l’esclusione di alcune malattie dalla copertura medica ha costretto molte persone a contrarre debiti enormi. John Gillespie e sue moglie Beth gestivano un piccolo negozio di autoricambi. Alla fine degli anni novanta la coppia, che vive a Beaver Falls, in Pennsylvania, non riusciva a trovare una compagnia disposta a coprire l’epilessia di Beth. Un giorno Beth si presentò al pronto soccorso in preda a un attacco, e i medici temevano che avesse sviluppato una meningite. Restò in terapia intensiva per tre giorni. Alla fine fu confermato che si trattava di un attacco epilettico, e la coppia si vide presentare un conto di 20mila dollari per le spese mediche. “Ci abbiamo messo anni per ripagare il debito”, racconta John. In seguito i Gillespie sono riusciti a trovare un piano assicurativo che coprisse l’epilessia, ma il prezzo da pagare era altissimo, circa 2.400 dollari al mese per entrambi. Beth e John non riuscivano a far quadrare i conti anche se lavoravano 60 ore alla settimana e a volte insegnavano nelle scuole serali. Oggi pagano 1.200 dollari al mese per l’assistenza medica. Hanno entrambi 58 anni, vanno verso la pensione e non sarebbero in grado di coprire le spese in caso di un’altra emergenza medica. Fran Slayton e suo marito, un avvocato, pagano circa 1.500 dollari al mese per un piano che copre anche la figlia di 13 anni. Guadagnano troppo per avere diritto ai sussidi federali. Anche se è più caro di quanto vorrebbero, il piano ha coperto l’operazione a cui Fran si è sottoposta nel 2016 per rimuovere il tumore al cervello. In passato le high-risk pool, i fondi messi a disposizione dagli stati su cui conta la legge voluta da Trump per aiutare le persone con malattie gravi , si sono rivelate un’opzione troppo costosa. Come dimostra il caso di Janice Elks, 50 anni, proprietaria di un piccolo negozio a Omaha, in Nebraska. Elks aveva un cancro all’utero e una neuropatia ma non riusciva a procurarsi un’assicurazione. La sua unica opzione era fare richiesta per il fondo del Nebraska. Janice ha calcolato che avrebbe dovuto spendere circa 15mila dollari all’anno per una polizza, quando le spese mediche per i farmaci per le iniezioni di steroidi ammontavano a poche migliaia di dollari all’anno. Oggi paga solo 640 dollari al mese. Janice è “terrorizzata” che la legge possa cambiare. Oggi è affetta da tachicardia, e teme che prima o poi avrà bisogno di operarsi. “Le operazioni sono costose”, dice. Ha 50 anni e ne devono passare altri quindici prima che possa entrare nel Medicare, il programma del governo federale di assistenza per gli anziani. “Vivrò abbastanza per arrivarci?”.


“Internazionale” 13 maggio 2017   

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