Penso a te... Nel tepore di una stanza
disadorna, mi accoccolo fra le ombre
morbide che ora avvolgono gli effimeri
brillii di questi piccoli amuleti
semivivi – una croce ovale, un ferma-
carte d’oro, una rosa di cristallo –
e chiudo gli occhi. Penso che la tua
presenza sola ora mi manchi: tu,
minima in mezzo a questi oggetti
minimi,
a tracciare con lievità il cerchio
più ristretto in cui ora inclino e
chiudo
la mia anima – tu, lì addentro,
quasi
un punto, un fiato, meno ancora – tu,
semicelata e fioca, lì, nel centro.
Da “Fili d'aquilone”, rivista on
line, n. 48, gennaio aprile 2018
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