M5S diviso sul maxi
radar siciliano, titola il “Corriere della Sera”, diffondendo
una maxi fake news: non sul fatto che la dirigenza del
Movimento 5 Stelle, dopo aver guadagnato in Sicilia consensi
elettorali tra i No Muos, ora fa marcia indietro, ma sullo stesso
oggetto del contendere.
Definendo la stazione
Muos di Niscemi «maxi radar», si inganna l’opinione pubblica
facendo credere che sia un apparato elettronico terrestre di
avvistamento, quindi difensivo.
Al contrario, il Muos
(Mobile User Objective System) è un nuovo sistema di comunicazioni
satellitari che potenzia la capacità offensiva statunitense su scala
planetaria. Il sistema, sviluppato dalla Lockheed Martin per la U.S.
Navy, è costituito da una configurazione iniziale di quattro
satelliti (più uno di riserva) in orbita geostazionaria, collegati a
quattro stazioni terrestri: due negli Stati uniti (nelle Hawaii e in
Virginia), una in Sicilia e una in Australia.
Le quattro stazioni sono
collegate l’una all’altra da una rete terrestre e sottomarina di
cavi in fibra ottica (quella di Niscemi è direttamente connessa alla
stazione in Virginia).
Il Muos, già in
funzione, diverrà pienamente operativo nell’estate 2019
raggiungendo una capacità
16 volte superiore a
quella dei precedenti sistemi.
Trasmetterà
simultaneamente a frequenza ultra-alta in modo criptato messaggi
vocali, video e dati. Sottomarini e navi da guerra, cacciabombardieri
e droni, veicoli militari e reparti terrestri, statunitensi e
alleati, saranno così collegati a un’unica rete di comando,
controllo e comunicazioni agli ordini del Pentagono, mentre sono in
movimento in qualsiasi parte del mondo, regioni polari comprese.
La stazione Muos di
Niscemi non è quindi un «maxi radar siciliano» a guardia
dell’isola ma un ingranaggio essenziale della macchina bellica
planetaria degli Stati uniti. Se la stazione fosse chiusa, come ha
promesso disinvoltamente il M5S in campagna elettorale, dovrebbe
essere ristrutturata l’architettura mondiale del Muos.
Lo stesso ruolo svolgono
le altre principali basi Usa/Nato in Italia. La Naval Air Station
Sigonella, a poco più di 50 km da Niscemi, è la base di lancio di
operazioni militari principalmente in Medioriente e Africa,
effettuate con forze speciali e droni.
La Jtags, stazione
satellitare Usa dello «scudo anti-missili» schierata a Sigonella –
una delle cinque su scala mondiale (le altre si trovano negli Stati
uniti, in Arabia Saudita, Corea del Sud e Giappone) – serve non
solo alla difesa anti-missile ma alle operazioni di attacco condotte
da posizioni avanzate.
Il Comando della Forza
Congiunta Alleata, a Lago Patria (Napoli), è agli ordini di un
ammiraglio statunitense, che comanda allo stesso tempo le Forze
Navali Usa in Europa (con la Sesta Flotta di stanza a Gaeta in Lazio)
e le Forze Navali Usa per l’Africa con quartier generale a
Napoli-Capodichino. Camp Darby, il più grande arsenale Usa nel mondo
fuori dalla madrepatria, rifornisce le forze Usa e alleate nelle
guerre in Medioriente, Asia e Africa.
La 173a Brigata
aviotrasportata Usa, di stanza a Vicenza, opera in Afghanistan, Iraq,
Ucraina e altri paesi dell’Europa Orientale.
Le basi di Aviano e Ghedi
– dove sono schierati caccia statunitensi e italiani sotto comando
Usa, con bombe nucleari B61 che dal 2020 saranno sostituite dalle
B61-12 – fanno parte integrante della strategia nucleare del
Pentagono.
A proposito, si ricordano
Luigi Di Maio e gli altri dirigenti del M5S di essersi solennemente
impegnati con l’Ican a far aderire l’Italia al Trattato Onu,
liberando l’Italia dalle armi nucleari Usa?
“il manifesto”, 6
novembre 2018
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