Yul Brynner |
Dice il vecchio
proverbio: «Capelli e guai non mancano mai». Sta di fatto che,
soprattutto in autunno, i nostri capelli sembrano cadere in modo
inarrestabile, provocando preoccupazione, e in molti casi panico, per
chi ne ha già pochi. «Il fenomeno è assolutamente fisiologico:
mediamente si perdono dai 50 ai 70 capelli al giorno e a volte non ce
ne accorgiamo. I capelli hanno un loro ciclo di ricrescita che può
variare dai due ai 5-6 anni. Per questo il capello cresce, cade,
ricresce dalle 15 alle 20 volte prima di morire definitivamente»
dice il professor Santo Raffaele Mercuri, direttore dell'Istituto di
Dermatologia e Cosmetologia dell'ospedale S. Raffaele di Milano.
Ma perché i capelli
cadono soprattutto a novembre? «Su un cuoio capelluto sano i capelli
vivono tre loro fasi fondamentali: quella chiamata anagen che è la
crescita del pelo; quella detta telogen che è la fase
terminale dove il capello è ancora nel bulbo pilifero ma cessa tutte
le sue funzioni e l'ultima la catagen che rappresenta la fase
di riposo del follicolo per poi riprendere l'anagen». E
proprio in fase telogen, che corrisponde all'autunno e
all'inizio della primavera, si noterà il fenomeno della caduta detto
effluvio stagionale. Tra le cause c'è l'ereditarietà genetica,
associata al ricambio naturale come avviene per la muta negli
animali; la variazione del rapporto ore di luce-buio che può
influenzare l'equilibrio ormonale; stress, squilibrio alimentare,
mancanza di sonno.
«Ciò che conta è non
entrare in ansia, individuare la causa esclusivamente con l'aiuto del
dermatologo aggiunge il prof. Mercuri e recarsi negli istituti
specializzati per questo problema». Sicuramente tra le cause che
provocano la perdita dei capelli specie tra le donne c'è un non
corretto uso di tinture per capelli «troppo aggressive, a volte con
ingredienti sconosciuti e non controllati, acquistati sulle
bancarelle per risparmiare ma che a lungo andare stressano il capello
e la sua fase vitale dice la make-up artist Camilla Cantini per
questo è fondamentale la scelta di tinture certificate». «E'
vietato il-fai-da-te, le misture consigliate dalla vicina o
dall'amica, i prodotti miracolosi promessi su internet aggiunge
Mercuri i cui risultati sono disastrosi e pericolosi per il cuoio
capelluto». E il presidente di Cosmeticaitalia Renato Ancorotti
precisa: «L'Italia è leader mondiale per i prodotti per capelli.
Seguiamo disciplinari in sede UE la cui validità viene certificata e
rinnovata attraverso studi rigorosissimi. Prodotti che seguono una
filiera di produzione e studio come fossero farmaci. A totale
garanzia per il consumatore. Non esiste una differenza tra un
prodotto certificato ed uno che si acquista sulle bancarelle: uno è
un cosmetico per la salute del capello e della persona. L'altro no».
Ok all'autunno, ai
prodotti certificati, all'alimentazione e al combattere lo stress: ma
per chi è pelato c'è speranza? Chi perde i capelli deve
rassegnarsi? «No di certo: oggi esiste una tecnica, chiamata P.R.P.
(plasma ricco di piastrine) e il S. Raffaele è uno dei riferimenti
di eccellenza in Europa per questa tecnica. Una parte del sangue
viene prelevato e scomposto in globuli rossi, bianchi e piastrine;
queste ultime vengono concentrate, stimolate con il carbonato di
calcio e altri fattori di crescita. Facciamo poi delle micro punture
per stimolare determinate cellule staminali adulte che si trovano
alla base di ogni follicolo pilifero attivo, per ridare
scientificamente vita al ciclo del capello». Prima «è fondamentale
fare dallo specialista un esame con il videodermatoscopico digitale
per la valutazione di quanti capelli stanno cadendo».
Oltre a questo lo
specialista sottolinea che «dopo l'impiego della P.R.P. al paziente
verrà prescritto una terapia specifica a base di quelle sostanze
nutrienti che possono aiutare e mantenere in vita il bulbo pilifero e
l'insieme della capigliatura. A chi è colpito dalla caduta dei
capelli va detto chiaramente che deve curarsi su base
medico-scientifica non deve andare in strutture non adeguate o usare
misture, prodotti pseudo miracolosi, tinture devastanti».
"Il Giornale", 15 novembre 2018
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