C'è già un'aria di regime in Tv.
Si cerca di superare la crisi di credibilità dei vertici istituzionali e politici, demonizzando un nemico.
Adesso il tema è la "marcia su Roma" di Grillo e la sua accusa di "golpe". Per giustificare l'mminente accordo Pd-Berlusconi si invoca una sorta di unità democratica perché il fascismo sarebbe alle porte.
Che il populismo grillista, magmatico e ambiguo, possa avere - nel perdurare e nell'aggravarsi della crisi economica - sbocchi di destra, autoritari, aiutato dal linguaggio dell'intolleranza tipico del suo leader è ipotesi plausibile, anche se non scontata.
Che Grillo sia convinto di guadagnare consensi forzando toni e gesti, passando per nemico intransigente della casta è cosa abbastanza evidente. Ma a tutti dev'essere chiaro che il clima da sacra unione di fronte a un pericolo imminente è assolutamente strumentale.
Il M5S non ha squadre organizzate militarmente, non usa moschetti, bombe a man e tascapan, non ammazza e pesta gli avversari politici sotto lo sguardo amico di carabinieri e poliziotti. Il movimento di Grillo non ha complicità importanti nella istituzioni, nelle gerarchie militari, nel potere economico, nella Chiesa, come le aveva il fascismo di Mussolini o anche il fascismo stragista e golpista degli anni 70. Se anche organizzasse una riuscita marcia su Roma sarebbe una marcia, una manifestazione politica. Ci potrebbero essere anche slogan truculenti ma non sarebbe una "presa del potere".
Sulla denuncia di un "golpe" forse Grillo tecnicamente sbaglia, ma l'esagerazione fa parte del linguaggio politico anche di molti grandi elettori di Napolitano (i leghisti delle pallottole, il saggio Quagliariello che denuncia l'assassinio di Eluana Englaro o Berlusconi che ancora un mese fa chiamava golpe comunista l'elezione dei presidenti delle Camere). Chi vuol capire sa cosa Grillo vuol dire, e cioè che i vertici del Pd, contrariamente agli impegni, si sono accordati con Berlusconi, che da ora in poi sarà difficile sottrarsi al suo ricatto di elezioni immediate e che questo non piace a molti suoi elettori. Il che è la pura sacrosanta verità.
Si continui dunque , com'è giusto, la critica del grillismo nei suoi aspetti di intolleranza ed incultura, ma, per carità, non si invochino inesistenti e impossibili golpe grillisti. I pericoli per un assetto costituzionale democratico vengono oggi da un'altra parte, anche nel formale rispetto delle procedure.
Chi ragiona sa da dove vengono.
Basta con le menzogne.
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