In un libro americano del 2009, 13 Things That Don't Make Sense di Michael Brooks (Vintage Books), si spiegano e raccontano 13 misteri scientifici, in primo luogo esperimenti ripetuti che sembrano contraddire verità acquisite e creano perciò dubbi e inquietudini tra i ricercatori del settore. Li sintetizzava Luigi Grassia su “La Stampa” del 30 settembre di quell’anno. Ne ho già postato uno, su quello che ho battezzato “effetto antiplacebo”.
Qui ne riprendo uno più affascinante, planetario, che mi riporta all’adolescenza: Marte, il pianeta misterioso era il titolo un libro di fantascienza che mi regalò lo zio Cesare e lessi con ingordigia da piccolissimo.
Nel 1976 su Marte la sonda Viking somministrò delle sostanze nutrienti marcate con carbonio 14 a una porzione di terriccio e rilevò un'emissione di metano (una flatulenza?) marcata col carbonio 14, come se qualcosa avesse digerito quelle sostanze. Esperimenti paralleli non hanno, però, confermato la presenza di microrganismi. Ora, uno studio in California ha messo in rilievo un ritmo circadiano (legato ai tempi del sole) in quell'attività biochimica. E i ritmi circadiani sono un ulteriore indizio di vita.
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