Silvio, io ti aborrisco e pur deploro
che anche così tu abiti il mio cuore,
che insozza il ferro lo scorpione ferito
e il fango immondo imbratta chi lo pesta.
Tu sei come il mortifero veleno
che nuoce a chi lo versa inavvertito,
e insomma sei così spergiuro e infido
che anche per farti odiare non sei buono.
Offro il tuo vile aspetto al mio ricordo
che inorridito lo rifiuta, e io stessa
così m'infliggo la pena che merito;
e se pongo attenzione a ciò che ho fatto,
non solo ti odio, piena di vergogna,
ma odio me per il tempo che t'ho amato.
da Poesie, Bur, trad. Roberto Paoli
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