Avversario
dichiarato della banalità e della ripetizione, il dandy preferisce
alla rassegnata stanchezza del talamo le incertezze e l'instabilità
degli amori fugaci. In tal modo contrappone, alla falsa eternità del
rapporto coniugale, il tempo reale dell'amore, in cui un secondo
s'allarga e s'approfondisce, fino a comprendere in sé l'infinito,
proprio a patto di non volersi infinito, imperituro. La dimensione
temporale dominante viene squarciata dalla sua resistenza, rivelando
l'abisso che separa il tempo ufficiale da quello individuale, la
qualità dalla quantità.
da Dizionario del dandy, Laterza 1981
Nessun commento:
Posta un commento