Matteo Salvini |
La costituzionalista Lorenza Carlassare è professoressa emerita di diritto costituzionale all’università degli studi di Padova.
Professoressa
Lorenza Carlassare, come giudica il decreto «sicurezza»?
La prima considerazione
critica riguarda la mancanza di omogeneità nel testo. La Corte
costituzionale ha sempre detto che ci vuole omogeneità nei contenuti
di un decreto legge, mentre questo di Salvini mette assieme cose
diverse. Nella seconda parte, quella più propriamente sulla
sicurezza, accanto a misure da rifiutare, come l’allargamento
nell’impiego della pistola elettrica, ci sono anche cose che
possono essere interessanti, per esempio tra le misure antimafia.
Aggiungo che, come ha già osservato il professor Flick,
l’accostamento tra migranti, terroristi e mafiosi è parecchio
malizioso. Il decreto non è solo eterogeneo, vuole anche suggerire
che i migranti sono pericolosi e questo è inaccettabile. Ecco, la
prima cosa da dire è che avrebbero dovuto essere almeno due decreti,
come del resto era previsto in origine.
Secondo lei il
decreto è incostituzionale?
Lorenza Carlassare |
Le sembra violato
anche l’articolo 22 per il quale «Nessuno può essere privato, per
motivi politici, della capacità giuridica, della cittadinanza, del
nome»?
Se ne può discutere. La
condanna per terrorismo non può essere considerata come un motivo
politico. Ma è certamente politica la selezione di una categoria di
cittadini che può perdere la cittadinanza, in conseguenza di queste
condanne.
Il decreto prevede
anche l’espulsione immediata per il richiedente asilo prima della
condanna definitiva, questo viola la presunzione di innocenza?
A mio modo di vedere è
soprattutto una violazione del diritto alla difesa, articolo 24 della
Costituzione. Essere espulsi condiziona moltissimo, anzi praticamente
impedisce la possibilità di difendersi in tribunale. A pensarci bene
anche questa disposizione può rappresentare una forma di
discriminazione, quindi un’altra violazione del principio di
uguaglianza, perché la presunzione di innocenza viene fatta valere
meno per una certa categoria di persone, i richiedenti asilo.
Il prolungamento
fino a 180 giorni della detenzione amministrativa è costituzionale?
In questo caso prima
ancora che dal punto di vista giuridico c’è molto da eccepire dal
punto di vista umano. Il mio problema non sono tanto i giorni in più
o in meno di questa detenzione, ma le condizioni disumane in cui
queste persone sono tenute. È gravissimo come stanno, non quanto ci
stanno. La Costituzione impone il rispetto della persone, la dignità
umana è il suo cuore. Anche una persona sottoposta alla limitazione
della libertà deve avere garantito un trattamento rispettoso e
umano, a maggior ragione chi non sta scontando alcuna pena. La
Costituzione non distingue neppure tra cittadini e stranieri, la
dignità è un diritto universale.
Le giro una
obiezione renziana: perché voi professori del no alla riforma
costituzionale, malgrado le scorribande di Salvini, avete smesso di
denunciare la “deriva autoritaria”?
Per adesso la
Costituzione non è stata toccata, anzi le proposte di cui ha parlato
il ministro Fraccaro mi sembrano condivisibili anche perché
puntuali. Una legge incostituzionale può sempre essere bloccata
dalla Corte costituzionale, mentre se si cambia la Costituzione non
c’è rimedio. All’obiezione rispondo per quello che riguarda me:
se dovesse esserci un attacco alla Carta del genere di quello portato
dal Pd nella scorsa legislatura, Renzi stia tranquillo che insorgerò.
Vale anche per modifiche alla legge elettorale che cambiano nella
sostanza la rappresentanza e la forma di governo, come quelle che
hanno proposto e realizzato i renziani. Che anche per questo portano
una responsabilità per la situazione attuale.
“il manifesto” il 26
settembre 2018
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