9.10.18

"Sempre puri". Una haikizzazione da Paul Éluard (S.L.L.)

Tra i giochi letterari dell'Oulipo, i laboratori di letteratura potenziale cui partecipavano tra gli altri Queneau e Calvino, c'è l'haikizzazione. Dell'haiku giapponese, l'“idillio” (nel senso proprio di “quadretto”) formato da tre soli versi, essa riprende, oltre al nome, la tendenza alla brevità, alla condensazione. Il gioco consiste infatti nell'uso di una sezione finale più o meno lunga dei versi di una poesia per costruirne, con una certa libertà nella metrica e nella punteggiatura ma rispettando l'ordine originario, una nuova - assai più breve - che produca nuovo senso. In essa si conserva una scia del testo da cui scaturisce, perdura lo stato d'animo, visto che le parole e gli stilemi recuperati sono quelli che l'autore aveva posto in posizione strategica.
In questo caso ho aggiunto all'haikizzazione in francese di una celebre poesia di Éluard, Leurs yeux toujours purs, da Capitale de la doleurs (“Capitale del dolore”), la mia traduzione in italiano del testo risultante. Ho l'impressione che il risultato, nella lingua originaria e anche nella nostra lingua, sia buono: la poetica surrealista delle inedite e sorprendenti associazioni di immagini, suoni e concetti mi pare esaltata piuttosto che depressa; e potenziata risulta l'aura di mistero intorno all'oggetto del poetare. La perdita e la costrizione, come nella poesia originaria seppure in miniatura, anche qui producono per antitesi dialettica un'apertura verso l'infinito, una promessa di felicità in cui si avverte l'eco del divino.
Si possono leggere qui, dopo la traduzione italiana dell'haikizzazione, il testo originario e il testo francese ridotto secondo le pratiche oulipiste. (S.L.L.)

Rimaneggiamento di una illustrazione di Man Ray per le poesie di Paul Éluard
Sempre puri
Pioggia di aghi perduti,
mari di prigionia sulle foglie.
Nudo come l'amore
abbassare la testa obbediente e vano.

Un po' di mondo nelle loro mani,
la terra, l'acqua
io li ho visti.
Esiste
la mia miseria di stella e di luce,
pietra delle loro ali
nel corso della vita e della morte.

Traduzione S.L.L.

 Paul Éluard

LEURS YEUX TOUJOURS PURS

Jours de lenteur, jours de pluie,
Jours de miroirs brisés et d’aiguilles perdues,
Jours de paupières closes à l’horizon des mers,
D’heures toutes semblables, jours de captivité,

Mon esprit qui brillait encore sur les feuilles
Et les fleurs, mon esprit est nu comme l’amour,
L’aurore qu’il oublie lui fait baisser la tête
Et contempler son corps obéissant et vain.

Pourtant j’ai vu les plus beaux yeux du monde,
Dieux d’argent qui tenaient des saphirs dans leurs mains,
De véritables dieux, des oiseaux dans la terre
Et dans l’eau, je les ai vus.

Leurs ailes sont les miennes, rien n’existe
Que leur vol qui secoue ma misère,
Leur vol d’étoile et de lumière (1)
Leur vol de terre, leur vol de pierre
Sur les flots de leurs ailes,

Ma pensée soutenue par la vie et la mort.

Da Capitale de la doleur, Gallimard, 1926 

TOUJOURS PURS
Pluie d’aiguilles perdues,
mers de captivité sur les feuilles.
Nu comme l’amour,
baisser la tête obéissant et vain.

Du monde dans leurs mains,
la terre, l’eau
je les ai vus.
Existe
ma misère d’étoile et de lumière,
pierre de leurs ailes
par la vie et la mort.

Haikizzazione S.L.L..


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