5.11.18

Limite. L'ultima poesia di Sylvia Plath

Sylvia Plath (1932 - 1963)

La donna ora è perfetta.
Il suo corpo

morto indossa il sorriso della compiutezza,
...l'illusione di una necessità greca

fluisce nei volumi della sua toga,
i suoi piedi

nudi sembrano dire:
Siamo arrivati fin qui, è finita.

I bambini morti si sono acciambellati,
ciascuno, bianco serpente,

presso la sua piccola brocca di latte, ora vuota.
Lei li ha raccolti

di nuovo nel suo corpo come i petali
di una rosa si chiudono quando il giardino

s'irrigidisce e sanguinano i profumi
dalle dolci gole profonde del fiore notturno.

La luna, spettatrice nel suo cappuccio d'osso,
non ha motivo di essere triste.

È abituata a queste cose.
I suoi neri crepitano e tirano.

Dal sito di Paolo Gironi

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