Una cosa senza
importanza, in apparenza. Una signora, non giovane, alle cinque della
sera racconta in bus la sua stanchezza. Dalle sei del mattino in giro
per lavorare, mangiando un panino. Ora a casa a preparare la cena per
il marito e il figlio.
Lavora con una
cooperativa di pulizie che ha commesse in uffici, scuole, negozi ai
quattro angoli della città. Delle undici ore che è durata la sua
giornata di lavoro almeno tre le ha trascorse in spostamenti, in
parte col mezzo dell'impresa, in parte col mezzo pubblico. Così i
suoi compagni di lavoro, soprattutto compagne. Si lamenta, ma nello
stesso tempo è contenta del fatto che per lei il lavoro non manchi.
Rifletto sulla mole
significativa di spostamenti che impone in una città, anche piccola
come Perugia, il servizio di pulizia. Quasi tutti gli uffici e gli
spazi pubblici (scuole, ospedali, università, eccetera) hanno
esternalizzato queste attività e le appaltano a imprese
specializzate (cooperative o no). Penso, almeno per gli enti
pubblici, a un servizio centralizzato e razionalizzato che utilizzi i
lavoratori nel quartiere di abitazione o in quartieri limitrofi,
riducendo di molto spostamenti, congestioni del traffico e
inquinamenti e riducendo la necesssità di una
imprenditoria-burocrazia che sulla ricerca di appalti e commesse
lucra, talora con forme di capolarato. Credo che di fronte ai
vantaggi - anche economici - che la scelta arrecherebbe anche ai
privati, gli studi professionali, le banche, le attività
commerciali, gli alberghi eccetera, sarebbero ben contenti di
avvalersi di servizi di zona ben organizzati.
Un sistema di questo
tipo, che a me pare di assoluto buon senso, urta però contro la
logica del capitale, a cui anche il moltiplicarsi degli spostamenti
offre occasioni di investimento e valorizzazione: un maggiore consumo
di carburante, autoveicoli, suolo stradale, di per sé irragionevole,
aumenta le possibilità di impresa e di profitto (perfino di lavoro
se si vuole, anche se socialmente superfluo e per certi aspetti
dannoso).
La pervasività del
capitale comporta non soltanto la mercificazione di tutti i rapporti
sociali, ma anche la sistematica dissipazione di energie fisiche e
intellettuali.
Eppure se ti presenti con
questo argomentare e spieghi che - applicandovi intelligenze umane e
artificiali - i problemi pratici che una scelta di razionalizzazione
comporta possono trovare soluzioni, se non di follia ti accusano di
"semplicismo".
La "semplicità
difficile a farsi" diceva quello.
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