14.5.13

Solidarietà (dal "Fragmentarium" di Mircea Eliade)

Nel 1989 vennero pubblicati in Francia in un Fragmentarium alcune antiche sparse riflessioni di Mircea Eliade, l’intellettuale romeno nel frattempo divenuto uno dei più autorevoli studiosi delle religioni e del sacro, una sorta di guru bianco da moltissimi apprezzato e da taluni idolatrato nonostante il suo sostegno al nazionalismo di Codreanu dai tratti razzistici.
Alcuni di quei frammenti, risalenti agli anni 30, vennero ripresi in Italia da “Leggere”, la rivista edita e diretta da Rosellina Archinto, nella traduzionedi Anna Morpurgo; e già in quei pochi se ne trovano di notevoli
Ne qui riprendo uno, a mio giudizio profondo, che non riguarda neppure marginalmente il sacro o l’Oriente quanto il sistema letterario, i rapporti tra opere letterarie. E’ da tenere presente in ogni storia letteraria che voglia occuparsi con serietà della ricezione del testo. (S.L.L.)
 
Mircea Eliade
L'opera di uno scrittore acquista maggior valore e rivela aspetti sconosciuti grazie alle creazioni e alle esperienze letterarie successive. L'opera di Balzac, ad esempio, ha tratto un enorme profitto dalla pubblicazione di quella di Proust. Nella Commedia umana ci sono diverse pagine che erano considerate inerti e inutili tanto dai critici quanto dai semplici lettori. Si tratta di quelle lunghe e ponderose descrizioni dai colori spenti, che non piacquero né nel 1840 né nel 1900. Dopo la lettura di Proust, il criterio di valutazione — e le stesse premesse della contemplazione estetica — si modifica e i passi "inerti e morti" della Commedia umana acquistarono un sapore e un valore che non avrebbero mai conquistato se non fosse intervenuta la creazione di Proust.
Un'opera geniale offre al lettore dei nuovi strumenti di conoscenza, che gli consentono di accostarsi alle opere del passato sotto una luce nuova. E se ho citato Balzac e Proust, è perché si tratta di uno dei casi più facilmente accertabili.
Una grande opera d'arte non ha nulla da temere dalle creazioni successive; inquadrata o spiegata storicamente da una "scuola" o da una "corrente", trae vantaggio dalla scomparsa di questa "scuola" o di questa "corrente" che le furono contemporanee. Allora infatti si individuano altre modalità di contemplazione, e l'opera rivela delle bellezze che i suoi contemporanei non erano in grado di cogliere.
È per questo motivo che un genio artistico è grande non solo grazie alla sua creazione, ma anche grazie alla capacità di quest'ultima di far luce sulle opere precedenti. Si tratta della sorprendente, e indubbiamente involontaria, solidarietà dei geni. Si potrebbe affermare che nessun creatore è sufficientemente grande per fornire ai suoi contemporanei gli strumenti necessari alla conoscenza e alla contemplazione della sua opera. Realizzandola, non ha ancora fatto tutto quel che è necessario perché noi possiamo penetrarvi. Perché la sua grandezza e la sua profondità diventino accessibili alla nostra mente, è necessario che intervengano altre opere, altre scoperte ed esperienze estetiche. Non si tratta di tempo, ma di creazioni geniali, di creatori, poiché dal tempo in quanto tale un'opera può guadagnare ben poco. In compenso, essa si avvantaggia enormemente grazie alle creazioni successive. (1934)

"Leggere", giugno 1989

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