Al bar della zia Rosa la sala biliardo era stretta e Luigi, alto e dai larghi fianchi, quando tirava ostacolava il passaggio.
Una volta Boccino, che s’era fatto stretto per potere uscire mentre Luigi s’apprestava a colpire la biglia, gli disse: “Ma cchi sì tuttu culu?”.
Luigi smise di prendere le misure e, stecca in mano, si levò. Voltosi a Boccino risentito chiarì: “Veramenti sugnu tuttu minchia”.
Nota per i non siciliani
Come in altre parlate, anche nel vernacolo del mio paese capita che le parole e le parolacce abbiano più significati. Per gustare il raccontino è utile sapere che talora (seppur di rado) "culu", oltre a quello di "deretano" e di "fortuna" può acquistare per metonimia il valore che hanno "culattone" o "culo" in Lombardia e che "minchia" ha spesso lo stesso significato che hanno "minchione" o "babbeo" in Toscana. Dire a qualcuno che è "tuttu minchia" è come dirgli di essere completamente stupido. (S.L.L.)
Nota per i non siciliani
Come in altre parlate, anche nel vernacolo del mio paese capita che le parole e le parolacce abbiano più significati. Per gustare il raccontino è utile sapere che talora (seppur di rado) "culu", oltre a quello di "deretano" e di "fortuna" può acquistare per metonimia il valore che hanno "culattone" o "culo" in Lombardia e che "minchia" ha spesso lo stesso significato che hanno "minchione" o "babbeo" in Toscana. Dire a qualcuno che è "tuttu minchia" è come dirgli di essere completamente stupido. (S.L.L.)
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