Londra, 12 ottobre 1936. La battaglia di Cable Street. La polizia carica gli antifascisti armati di bastoni che tentano di fermare una marcia nazista a Londra Est. |
Da “il manifesto” del 7 maggio 2011 riprendo questa recensione. Saverio Ferrari riconnette le vicende dei gruppi che in Italia e in Germania tentarono di resistere ai nazifascisti anche sul terreno dello scontro fisico alle formazioni che, a partire dagli anni Ottanta, soprattutto in Inghilterra, Germania e Francia tentano di contrastare, anche militarmente, la violenza razzista dei neonazi. Sono fenomeni da discutere, che è molto utile conoscere. (S.L.L.)
Alla ricostruzione storica delle esperienze degli anni Venti e Trenta, nate per fronteggiare le aggressioni naziste in Germania, come i movimenti fascisti in diversi altri paesi europei, è dedicato Bastardi senza storia. Dagli Arditi del popolo ai Combattenti rossi di prima linea: la storia rimossa dell'antifascismo europeo (Castelvecchi, pp. 184, euro 16) di Valerio Gentili, già autore di due approfondite ricerche sugli Arditi del popolo (La legione romana nel 2009 per la Purple Press e Roma combattente nel 2010, sempre per la Castelvecchi). Particolare attenzione è qui dedicata alle vicende tedesche, inquadrate nella militarizzazione della lotta politica, un fenomeno che assunse dimensioni di massa (sconvolgente il numero dei morti e dei feriti negli scontri di piazza), che investì quel paese dalla fine della prima guerra mondiale. Smentendo un luogo comune circa l'inesistenza di iniziative di opposizione fisica alle truppe d'assalto naziste, vengono in queste pagine riportate alla luce le gesta della Reichsbanner (Lega dei veterani di guerra repubblicani), formatasi nel 1924 a Magdeburgo per garantire ai difensori della repubblica l'agibilità politica per le strade e nei luoghi della vita politica. Con al proprio interno le Schufos (Formazioni di difesa), veri e propri reparti scelti dotati di divise, la Reichsbanner inquadrò ben due milioni di aderenti. Quasi contemporaneamente presero corpo altre formazioni di matrice comunista come la Rfkb («Lega dei combattenti rossi di prima linea»), con decine di migliaia di militanti, i Rote Kampfer («Combattenti rossi») legati alla Kapd (l'altro partito comunista allora esistente), la Rote Ruhrarmee («Armata rossa della Ruhr»). Dopo il 1929, a seguito della messa al bando della Rfkb, anche la Kampfbund gegen der faschismus («Lega di combattimento contro il fascismo») e l'Antifaschistische Aktion («Azione antifascista»).
Nelle diverse campagne elettorali del 1932 la Germania assistette a picchi di violenze inauditi. La sinistra riuscì comunque a riconquistare piazze e strade. Ma proprio in quella estate, quando il neo cancelliere Franz von Papen, prendendo a pretesto gli scontri nel bastione rosso di Altona dove si contarono 18 morti nel conflitto tra nazisti, polizia e antifascisti, destituì il governo socialdemocratico di Prussia, la mancata resistenza dei vertici della Spd aprì le porte alla convinzione che la repubblica potesse essere abbattuta. Le divisioni della sinistra e l'inazione condannarono all'impotenza le milizie popolari. Forse la storia non sarebbe cambiata, ma il nazismo trovò comunque da allora la strada spianata.
Da queste esperienze, ignorate dalla storiografia ufficiale, il recupero odierno da parte dei giovani antifascisti europei di sigle e simboli, uno per tutti, quello dell'Antifaschistische Aktion, con le bandiere sovrapposte.
Vecchie e nuove Antifa. Una storia da conoscere in tempi tornati difficili.
Nessun commento:
Posta un commento