Dalle Finestre che Eduardo Galeano apriva su “il manifesto”, posto questa, così verosimile, del 16 marzo 1999. (S.L.L.)
Se non fosse per i molti vestiti che indossa, la signora Gertrudis non farebbe ombra per terra; e i venti dell’inverno la farebbero volar via. Ma le cammina per le strade di Montevideo curva come un punto interrogativo, e sola soletta si arrangia a fare le sue cose e tira a campare.
Uno di questi giorni, quando andò a riscuotere la sua pensione, ebbe un contrattempo. Tempi intempestivi, il pericolo è in agguato ad ogni angolo: la signora Gertrudis non va in giro disarmata. Lei porta sempre con sé un paio di forbici nascoste nella borsa.
Era seduta sull’autobus. Guardò l’ora: le mancava l’orologio. Senza tentennare, puntò le forbici sulla pancia del giovane svergognato che era seduto accanto alei: - l’orologio – disse la signora Gertrudis.
- Come dice, signora?
- L’orologio – intimò lei, e le forbici punsero.
Il ragazzo le lasciò l’orologio e, con un salto, scese dall’autobus.
Con l’orologio stretto nel pugno, e il cuore in subbuglio, la signora Gertrudis arrivò a casa sua. si sprofondò nell’unica poltrona e, parlando da sola, rimase per un po’ seduta: - che cosa si credono che possono approfittarne perché sono vecchia?
Quando aprì la mano, vide che quello era un orologio da uomo. Si alzò, cercò. Il suo era sulla mensola.
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