Walter Scott a 50 anni |
Ho letto Walter Scott per la prima volta in questi giorni, qui, dove mi fingo che l’Appennino tiri un po’ alla Scozia; per le rocce, l’erba, le eriche. Soprattutto quest’ultime. E ho capito perché agli inglesi, oltre che agli scozzesi, Scott piaccia, continui a piacere…
Dunque leggendo L’antiquario (ma che titolo-trabocchetto: uno pensa a quei signori sonnolenti per ore e ore fra bei mobili in congruamente assemblati in via del Babbuino, senza mai clienti: ma c’è un trucco, i pezzi rari si trattano altrove) ho capito come inglesi e scozzesi siano affezionati a quel vecchio gentiluomo fortunato in letteratura quanto sfortunato in editoria, dove fece un clamoroso fallimento…
L’ho capito, se è pur vero che la sua ricca farragine doveva decantare decenni dopo di lui, per virtù di uno scozzese tanto fragile quanto egli era, o figurava, forte e pingue: intendo Robert Louis Stevenson per cui costumi gente e storie di Scozia ci hanno incantato e ci incanteranno sempre.
Questa lettura estiva, coatta dell’Antiquario (si sappia una volta per sempre che si tratta di un gentiluomo fanatico nel raccogliere, non nel vendere, anticaglie di Scozia, vere o false che fossero) è risultata poi piacevolissima…
L’attacco è subito accattivante. “Era un mattino di un bel giorno d’estate, verso la fine del diciottesimo secolo, quando un giovane di aspetto nobile, in viaggio verso la Scozia nord-orientale, acquistò un biglietto per una di quelle vetture pubbliche che fanno servizio fra Edimburgo e Queensferry, luogo ove, come indica il nome, e come è ben noto a tutti i miei lettori settentrionali, si trova un ferryboat per la traversata del Firt of Fort. Il legno poteva portare normalmente sei passeggeri oltre a quelli abusivi che il postiglione riusciva a raccogliere per via e a imporre…”. Subito uno si sente attratto dal destino di quel giovane di nobile aspetto e dal promesso sobbalzare del legno. E uno, come me uso alle diligenze che furono, fino a venti anni fa, per le valli di questa Scotia familiaris, prima dell’avvento della doppia auto in ogni casa di coltivatore diretto, gli “specialini”, di norma nere e vetuste 124, non può non immalinconirsi a quei perduti abusivi. Bei tempi scomodi di un passato anche prossimo.
Poi le cose si complicano con assurdi accadimenti, riconoscimenti, comparse e ritrovamenti di figli e di documenti, amori impossibili e improvvisi matrimoni. Che sono l’intelaiatura del melodramma italiano, da Lucia di Lammermoor (soggetto di Walter Scott) al Trovatore… Su questa intelaiatura il nostro scrittore ha dipinto un gran quadrone animato di figure e figurine… E tanti particolari di genere, attinti dal ricchissimo patrimonio folk scozzese, raccolti con lo stesso amore maniacale che l’antiquario Oldnbuck aveva nei ritrovamenti dei suoi reperti…
Da Se un mattino d'estate un nobile viaggiatore, in "La Repubblica" 20 agosto 1979
Da Se un mattino d'estate un nobile viaggiatore, in "La Repubblica" 20 agosto 1979
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