Vittorio Gassman nell"Edipo re" |
E’ già presente in questo blog l’affettuoso ricordo di Beniamino Placido scritto da Sandro Portelli che ebbe la gioia di averlo maestro(http://salvatoreloleggio.blogspot.com/2010/01/sandro-portelli-ricorda-beniamino.html ) e vi si rintraccia anche una breve, affilata lettura che lo stesso Placido da Rionero in Vulture fece negli anni 70 del Robinson Crusoe (http://salvatoreloleggio.blogspot.com/2011/09/il-vero-adamo-e-lui-beniamino-placido.html ).
Ritrovo ora un ritaglio da “la Repubblica” del 28 giugno 1984: un suo articolo dal titolo Guarda Sofocle sembra Hitchcock, nel quale il gran burocrate reinventatosi “nientologo curioso di tutto” anticipa i temi di un imminente dibattito sul “giallo” nell’antichità al “Mystfest” di Cattolica. La sua tesi è che “il primo (e il migliore) giallo mai inventato" è l' Edipo Re scritto da Sofocle nel quinto secolo avanti Cristo e che “il film La finestra sul cortile di Hitchcock è il più bel commento all' Edipo Re, il più eloquente omaggio a quel primo, grande giallo”. Dell’acutissima analisi riporto qui un significativo stralcio. (S.L.L.)
La finestra sul cortile di Alfred Hitccock |
La storia è la stessa. Tutti e due si sono messi in una situazione di grave pericolo perché hanno voluto vedere troppo, hanno voluto sapere troppo. Hanno finito per sapere ciò che non dovevano.
Edipo, che è lui l' uomo infetto, immondo, contaminato dal più orribile dei mali. Anzi, dai più orribili dei delitti. Ha ucciso il padre Laio. Ha sposato la madre Giocasta. E' un parricida. E' un incestuoso.
E James Stewart? Bisogna proprio non avere occhi per non vedere che ci troviamo nella stessa situazione. James Stewart si è messo nei guai perché ha voluto vedere, ha voluto sapere che cosa accade in un piccolo interno familiare, al di là del cortile. Accade che una coppia stanca e appassita non ce la faccia più. Che il marito ammazzi la moglie.
Ma siamo sicuri che ha visto questo, o solo questo? Per caso, non avrà visto in quell' interno familiare al di là del cortile una proiezione dell' interno familiare al di qua del cortile, un raddoppiamento dell' appartamento in cui vive lui, con la sua sedia a rotelle, i suoi balocchi (il binocolo, la macchina fotografica), la governante fidata, e tutti gli altri domestici conforti?
Chi ha visto - o rivisto - La finestra sul cortile sa bene a cosa mi riferisco. A quella donna bionda che si aggira per la casa del nostro James Stewart. Ai suoi meravigliosi vestiti. Alle sue moine prematrimoniali. Alla sua grazia (è l' attrice Grace Kelly). Lei lo vorrebbe sposare. Lui non vuole. Lui ha paura, anzi terrore del matrimonio. Lui sa che l' interno domestico può diventare un inferno domestico. Lo sa perchè lo ha visto spiando - a suo rischio e pericolo - nell' appartamento di fronte, attraverso il cortile.
Ogni indagine poliziesca è un viaggio pericolosissimo dentro la nostra colpa reale, o dentro il nostro senso di colpa, che per essere immaginario non è meno reale, meno attivo e divorante. Ogni detective rischia di scoprire che l' assassino è lui stesso.
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