E’ in corso un nuovo tentativo di Freedom Flotilla di forzare il blocco israeliano per portare aiuti a Gaza. Come già accadde l’anno scorso, le squadre d’azione della marina israeliana violano il diritto internazionale e fanno carta straccia di ogni principio di umanità.
Nel giugno 2010 “micropolis” ha pubblicato una testimonianza di Maurizio Mori che riconnette questa odiosa pratica di pirateria con vicende storiche più lontane. E’ lettura molto istruttiva. (S.L.L.)
Nel giugno 2010 “micropolis” ha pubblicato una testimonianza di Maurizio Mori che riconnette questa odiosa pratica di pirateria con vicende storiche più lontane. E’ lettura molto istruttiva. (S.L.L.)
Libano 1976, guerra e
guerra civile. Falangisti e destra libanese, israeliani, siriani
contro sinistra libanese e organizzazioni dei rifugiati palestinesi.
Ero a quel tempo nella segreteria nazionale di Medicina democratica,
a Perugia viveva una folta presenza di studenti palestinesi e della
variegata sinistra araba: la compresenza di questi due elementi guidò
due compagni, Enzo Forini, studioso, esperto ed alleato della
sinistra araba, e Fabio Bazzanella, medico al Policlinico di
Monteluce, a proporre, e poi a organizzare, la presenza di personale
sanitario italiano (compagni infermieri e medici) in Libano.
Con il sostegno del
rappresentante Olp in Italia, Nemer Hammad, l’iniziativa parte e
prende corpo; l’Olp invita una delegazione ufficiale di Medicina
democratica in Libano per verificare e coordinare l’impegno sul
campo e incontrare rappresentanze delle forze in lotta demo-radicali
di Jumblatt, Partito Comunista, Partito Baath, Olp, Fplp, Fdplp. Con
l’appoggio dell’ambasciata irakena a Roma (cioè il Baath
irakeno) che ci fornisce i biglietti aerei, parto con due compagni,
un medico di Napoli e un operaio di Carrara: Roma-Atene-Cipro, poi
dall’aeroporto di Larnaca a Lìmassol, alla sede della
rappresentanza locale dell’Olp: quest’ultimo tratto del viaggio è
un’avventura, ma questa è un’altra storia.
L’aeroporto di Beirut,
bombardato, è impraticabile. Da Lìmassol di notte ci imbarchiamo
per Sidone, a sud di Beirut, in una vera e propria carretta del mare,
ammucchiati nella stiva. In piena notte, lontani da Cipro, lontani
dal Libano, in piene acque internazionali, fasci di luce piombano sul
battello, urla di una lingua incomprensibile, il battello si ferma: è
l’arrembaggio. Non Jolanda, la figlia del Corsaro Nero, ma uomini
armati in divisa militare irrompono, brigano non sappiamo cosa in
coperta, scendono da noi, ci ingiungono di mostrare i documenti. Poi
se ne vanno, non so se abbiano sequestrato qualcuno, come - ci dicono
poi i marinai - spesso accade.
Abbiamo assistito, ne
siamo stati oggetto, a un episodio di pirateria, condotto da un Paese
che si dice democratico e civile, fuori e contro ogni legge
internazionale: per fortuna, incruento. Sidone, Beirut: nella città
in guerra e bombardata, divisa in due dal fronte, vediamo negli
ospedali le vittime martoriate dei raid falangisti nei campi dei
profughi palestinesi. I prodromi del 1982, delle stragi di Chabra e
Chatila.
Poi a Tiro, città sul
mare del sud del Libano, non lontano da Israele, dove sono alcuni
ambulatori di Medicina democratica, vediamo mezzi navali israeliani
che pattugliano la costa libanese sparare di tanto in tanto bordate
contro villaggi, cittadini inermi e poveri, sulle colline.
Avevo già visto militari
con la Stella di David: nel 1944 alla liberazione di Perugia,
componenti della Brigata ebraica incorporata nella 8° armata
britannica, provenienti dall’allora Palestina (tra questi un
perugino, mio vicino di casa, amico e compagno di giochi nella prima
adolescenza) e li avevamo circondati di affetto e solidarietà.
Ricordo, nelle prime settimane dopo la liberazione, un incontro nella
sede provvisoria della Camera del lavoro, in viale Indipendenza, a
dialogare su socialismo sì socialismo no degli allora mitici
kibbutz.
Altri i militari che vidi
più tardi, pur sempre con la Stella di David. In questi giorni se ne
è tornato a parlare per i più recenti episodi di pirateria, questa
volta cruenta e sanguinosa. Intanto leggiamo su “La Stampa” del
primo giugno di un recente libro, Mossad base Italia, di Eric
Salerno, che ci racconta che l’unità speciale della marina
israeliana deputata a queste operazioni di pirateria, intervenuta per
la prima volta nel lontano 1948, fu addestrata da Fiorenzo Capriotti,
ex membro della famigerata Decima Mas.
Amaro per chi, come chi
scrive, al tempo dell’occupazione tedesca aveva rischiato la sua
pelle (anche) per la difesa e protezione di ebrei dai pogrom
repubblichini e nazisti.
Nessun commento:
Posta un commento