L'articolo è apparso su micropolis on line (http://www.micropolis-segnocritico.it/mensile/?p=1648)

Secondo l’accusa l’imam, insieme a due complici, avrebbe usato la moschea per l’addestramento sia spirituale che tecnico di militanti della Jihad intenzionati a combattere in Iraq o in Afghanistan. In primo grado El Korchi, che si è sempre proclamato innocente, è stato condannato a 6 anni non “per terrorismo”, ma per essersi associato con altri “al fine di addestrare persone disposte a compiere atti di terrorismo”. Domani comincia l’appello. 

Fin qui la sintesi della notizia divulgata dal giornalino diretto da Silvano Marini, dalla cui lettura a me è nato più di un dubbio sulla colpevolezza del giovane. Ma non ho seguito il processo; e non escludo che il Pm che ha chiesto e il giudice che ha emesso la condanna abbiano in mano qualcosa di più che alcune bottigliette e alcune paginette ricavate da Internet.
Non voglio comunque fare il difensore d’ufficio: non sono avvocato e, a quanto pare, l’imam può pagarsi un difensore di fiducia. Una cosa in ogni caso mi lascia sconcertato: quel titolo che mette in non cale qualunque presunzione d’innocenza, reso possibile dal razzismo e dal classismo dilaganti. I poveri e gl’immigrati sono spesso considerati colpevoli anche senza processo: figurarsi quando uno è povero, immigrato ed è stato condannato in prima battuta. Un’altra cosa ancora di più m’indigna: il fatto che questa sia una vigliaccata doppiopesista. Nessun Silvano Marini, di nessun giornaletto a proposito di Marcello Dell’Utri, già condannato in prima istanza per concorso esterno in associazione mafiosa, titolerebbe così: Il senatore mafioso spera nell’appello.
Nessun commento:
Posta un commento