27.12.10

La trasvalutazione di Julia Kristeva

Gian Lorenzo Bernini. L'estasi di Santa Teresa d'Avila. Particolare.
Palazzo Barberini, Roma.
Julia Kristeva, scrittice e psicanalista francese di origine bulgara, al festival Letterature di Roma tenutosi in giugno alla Basilica di Massenzio dello scorso giugno ha letto un testo intitolato La Passione secondo Teresa D'Avila, la grande mistica cui ha dedicato il saggio Teresa, mon amour, (Donzelli 2009). “La Stampa” del 22 giugno 2010 ne ha pubblicato un breve estratto di carattere metodologico. A me l’idea chiave del testo, la psicanalisi freudiana come chiave per la “trasvalutazione”, cioè per il superamento delle tradizioni religiose e non religiose, pare acuta e convincente. (S.L.L.) 
Julia Kristeva

Come spiegare questo strano incontro fra una santa e una strizzacervelli? Non vi dirò tutto. Vi ricorderò soltanto che oggi è impossibile vivere senza accorgersi che gli scontri tra religioni non sono estranei agli scenari economici che incombono sulla nostra quotidianità e minacciano la pace nel mondo. Vi confesso che faccio parte di quei (rari?) scrittori e intellettuali europei convinti che esista una cultura europea di cui non andiamo abbastanza fieri. Io sono profondamente persuasa che solo a partire da una migliore appropriazione critica della pluralità delle sue culture la nostra Europa potrà ricoprire un ruolo decisivo nei diversi conflitti che si affastellano all'orizzonte.
Si tratta, esattamente, di una " trasvalutazione" (per usare un termine nietzschiano) dei valori ebraici, cristiani, ma anche musulmani e di quelli della secolarizzazione. Sì, il filo della tradizione è stato reciso, ci avvertono Tocqueville e Hannah Arendt, e avete dinanzi a voi una donna che si considera atea: non a caso la mia eroina finisce il suo racconto su Teresa con una lettera rivolta a Denis Diderot che, al suo tempo, fustigava gli abusi della religione, in particolare nella Religiosa, il celebre romanzo incompiuto. Ma Diderot, ex canonico e scrittore-filosofo dei Lumi, si rammaricava di non riuscire a finire la sua storia, perchè, liberata dagli abusi della vita monastica, la sua religiosa viene gettata in una vita priva di senso. Ho la pretesa di credere che la psicanalisi freudiana, che interroga i miti e la storia delle religioni, e al tempo stesso spalanca le porte della vita interiore degli uomini moderni, sia la strada maestra per trasvalutare, per l'appunto, quella tradizione che ci precede e con la quale noi, non credenti, abbiamo tagliato il filo. Noi, non credenti. Ma anche noi, credenti molto spesso ridotti a «elementi delle religioni» (come si dice degli «elementi del linguaggio» e dimenticando la complessità dell'esperienza).

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