1.12.10

Dai "Pensieri di un fumatore" (di Antonio Ghislanzoni)

Paul Cézanne, Il fumatore (particolare)
Nel luglio e nell'agosto provo un delizioso refrigerio nuotando nel lago o nel mare, ma anche nel più rigido inverno nuoterei volentieri nelle ricchezze.
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Vorrei essere una ghitarra od anche un contrabasso senza corde, piuttosto che un istrumento dei partiti.
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Di tutti gli istrumenti a corda credo che il meno dilettevole debba esser la forca.
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Ad un uomo acceso dell'amore più ardente può accadere in gennaio di gelare dal freddo.
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La persona più debole e infermiccia può portare sulle spalle un gran carico.... di debiti.
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Trista cosa, ma vera; nel così detto gran mondo, un uomo che abbia una macchia sui calzoni fa più orrore di quegli che ne abbia dieci sulla coscienza.
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Quand'uno non ha bevuto, è naturale che faccia dei discorsi senza sugo.
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A chi non ha i mezzi per recarsi ai bagni si può suggerire di immergersi ogni giorno nel vizio.
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Quante vecchie frasi occorrono per fare un nuovo programma elettorale?
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Un filo di speranza non vale neanche ad attaccare un bottone.
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Un sorbetto è una illusione commestibile che si dilegua nella bocca.
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Non vi è uomo tanto perverso, il quale non abbia in sé qualche cosa di retto; non foss'altro, l'intestino.
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Postilla
Antonio Ghislanzoni (1824 -1893), lombardo di Lecco, fu baritono, giornalista, scrittore, poeta, librettista. La più nota tra le sue opere è certamente il libretto dell'Aida. Ma ebbero successo anche le poesie del Libro proibito, collegate per il loro vigore polemico agli ambienti della Scapigliatura lombarda. I Pensieri di un fumatore (ne ho qui ripresi una dozzina) fanno parte del Libro allegro, una selezione di testi umoristici di vario genere: racconti, favole, farse teatrali. Si basano quasi sempre sul doppio senso: talora hanno toni buonsensaioli; altre volte per le bizzarre connessioni che realizzano, sembrano anticipare le invenzioni dei surrealisti. (S.L.L.)

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