Marie Anne Comnène, di
antica famiglia greca e di lingua francese, nacque in Corsica nel
1887 e morì nel 1978 a Parigi. Fu scrittrice in proprio e
traduttrice dall'italiano, aiutata in ciò da un annoso soggiorno
fiorentino. Era moglie del critico Benjanin Cremieux, lo “scopritore”
francese dei romanzi di Italo Svevo, che sarebbe morto nel campo di
Buchenwald nel 1944. Insieme a lui la Comnène curò la traduzione in
francese dei più importanti drammi di Pirandello.
La lettera che segue,
firmata Ettore Schmitz (il nome anagrafico di Italo Svevo),
affettuosa e cortese, si conclude con l'invito dello scrittore
triestino a tradurre La Coscienza di Zeno. La
scrittrice declinerà l'invito mettendo avanti non solo le proprie
incessanti emicranie, ma anche le aspettative di Svevo, che le
affidavano una troppo grande responsabilità. Su suggerimento di
Cremieux la traduzione verrà poi affidata a Paul-Henri Michel.
Riguttini e Fornacciari, citati nella lettera, sono due filologi
toscani dell'Ottocento, autori, rispettivamente, di un Vocabolario
(insieme a Pietro Fanfani) e di
un manuale di “bello scrivere”: i loro nomi sono fatti a
proposito della critica fatta a Svevo da diversi recensori di non
scrivere in buon italiano. (S.L.L.)
Villa
Veneziani
Trieste
10
16
Marzo 1926
Esimia Signora e cara
amica,
Chi
Le scrive ora è un uomo quasi celebre. Uno più o meno dell'altro,
ogni giornale d'Italia ha fatto il mio nome con termini più o meno
lusinghieri. Di critica non v'è questione. Dicono che verrà.
Intanto mi gettano sulla testa Riguttini e Fornacciari, roba pesante
ma che non mi fa male. Sono sempre sorpreso dell'effetto del calcio
poderoso del Crémieux. Sono noto a tutti. A Trieste — persino —
cominciano a compiacersi di avermi fra di loro... ancora per breve
tempo.
Se
Le dicessi che stavo meglio prima, Le direi una bugia perché ricordo
la mia torva impazienza che m'induceva di seccare il prossimo. Posso
dirle però che allora mi figuravo che ora sarei stato meglio di
quanto ora sto. Si vede da me che a questo mondo non si sta mai bene.
Dicono che da ciò viene il progresso.
Ed
io voglio il progresso! Posso avere due parole, due sole parole da
chi mi confortò nel periodo della mia infantile impazienza? Perché
ho da starne senza ora che sto tanto meglio? Io confido che la Sua
famigliuola, cioè Lei, Suo marito e il piccolo Francis stiano bene.
Dio sa se Suo marito ha ricevuto il mio volume con l'abbreviazione di
10 pagine, 2 righe e anche 1/2 parola. Lavorerebbe Lei alla
traduzione? Se si, non perda tempo ma mandi una cartolina vuota
magari senza firma. Sarà una vera, grande gioia questa.
Le
bacio devotamente la mano.
Suo
devotissimo
Ettore Schmitz
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