7.1.18

Joyce, Proust, Musil e l'alternativa italiana (Guido Davico Bonino)

James Joyce
Si potrebbero definire l'Ulisse di Joyce, Alla ricerca del tempo perduto di Proust e L’uomo senza qualità di Musil i tre grandi romanzi della letteratura sulla letteratura: volendo così significare che essi hanno per tema la finzione stessa della letteratura per l’uomo del loro tempo, mentre per struttura e per stile ne rivoluzionano i canoni tradizionali?
Se questa formula ha qualche validità, è obbligatorio per il lettore comune affrontarli e possederli o la loro analisi e interpretazione può essere lasciata allo studioso?
Me lo domando per essermi trovato in tutti questi anni dinanzi a tante persone colte, ma non specialiste, che sostenevano, mentendo palesemente, di averli letti o, con ben diversa sincerità, ammettevano con rossore di non averli mai terminati o di non aver mai osato aprirli per il timore reverenziale che essi incutevano loro.
C’è, tra l’altro, il problema del tempo di fruizione, che al giorno d’oggi si fa sempre più assillante: l'Ulisse s’aggira intorno alle 1000 pagine, la Ricerca consta di sette romanzi per oltre 3200 pagine, con l'Uomo ci assestiamo intorno alle 1700 pagine.
Quale insegnante, professionista, impiegato ha margini di tempo libero così larghi da potervisi dedicare?
C’è poi la difficoltà intrinseca della comprensione: per limitarci all'Ulisse, di certo il più impervio per la «ricchezza e abbondanza di variazioni sulla sintesi e la dissoluzione dell’oggetto» (Hermann Broch), ogni traduzione dovrebbe essere al tempo stesso un commento o un apparato di note (attendiamo con ansia, per la vivida intelligenza dello scrittore, quella di Gianni Celati per Einaudi).

Un consiglio? Volgersi a due grandi romanzi, che fanno da giro di boa al «nuovo» romanzo italiano del Novecento: La coscienza di Zeno di Svevo e Il fu Mattia Pascal di Pirandello: non meno importanti dei tre succitati ma meno corposi e di più immediata comprensione.

"Tuttolibri La Stampa", 22 giugno 2011

1 commento:

giorgio minucci ha detto...

Ottimo accostamento quello di Joyce, Proust, Musil. Il tempo... E' vero come dire che non manca il tempo. Hai perfettamente ragione. Ma c'è gente che invece di dedicare tre ore al giorno alla tv o al web potrebbe dedicarla alla letture. E in tre ore di libri se ne leggono. Per Proust 3 mesi, per Musil e Joyce rispettivamente un mese e un mese e 10 giorni. Oltre alle tre ore, però, ci vuole una grande passione e la voglia di tuffarsi nel mare letterario dell'esistenza. Grazie per il rimando su Musil. Azzarderei di mettere nell'accostamento anche Céline, in fondo anche lui ha costruito un nuovo stile, tratti visionari e flussi di coscienza... Un saluto.

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