Alvin Kennard |
Alvin Kennard aveva
appena 22 anni quando, nel 1983, entrò in una panetteria
dell’Alabama con un coltello in mano e si fece consegnare dalla
cassiera 50,75 dollari in contanti. Nessuno si fece male nella
rapina, ma all’epoca in Alabama vigeva l’Habitual Felony
Offender Act, nota anche come la «legge dei tre colpi». Visto
che era stato già stato condannato a tre anni di libertà vigilata
per tre capi d’accusa di furto con scasso (relativi a un solo
episodio del 1979), alla quarta condanna ricevette in automatico la
pena del carcere a vita senza libertà condizionale. Ora, 36 anni
dopo, un giudice ha ordinato che sia liberato dal carcere di
Donaldson a Bessemer, racconta il “Guardian”. Quando ha ascoltato
la sentenza Kennard, che oggi ha 58 anni, era in manette e vestito
con la tuta a strisce del carcere: ha passato così gran parte della
sua vita.
La sua storia è talmente
assurda, vista soprattutto con lo sguardo della tradizione di diritto
europea, da sembrare incredibile. Ma la sua avvocata, Carla Crowder,
che è direttrice esecutiva dell’Alabama Appleseed Centre for
Law and Justice, dice che ci sono «centinaia» di prigionieri in
situazioni simili ancora in carcere perché non hanno avvocati. «È
incredibilmente ingiusto che centinaia di persone in Alabama scontino
l’ergastolo senza libertà condizionale per crimini non violenti».
D’altronde, è bene ricordarlo, è lo stesso Stato che voleva
incriminare una donna vittima di una sparatoria perché la pallottola
che l’ha ferita ha ucciso il feto che portava in grembo.
Rassegna stampa Corriere
della sera, 31 agosto 2019
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