In La musica è
leggera (Il Saggiatore, 2012)
racconta di una parodia sessantottina, che gli pareva tuttora
strepitosa, di «Bocca di rosa» di Fabrizio De André, in cui al
testo originario era stato sostituito il racconto dell’epopea di
Rosa Luxemburg, parodia ascoltata nel giro di Lotta Continua, ma di
cui né all'epoca né dopo era riuscito a rintracciare l'autore. Ne
riporta l'inizio, l'unica parte che ricorda e lo fa risalire alla
Toscana, ove Rosa Luxemburg era assai cara alla cultura del Potere
operaio di Pisa in quanto antileninista.
Anch'io l'ho sentito, nel
'70 credo, canticchiato da un compagno del “Circolo Lenin” di
Palermo, un po' stonato tra l'altro, che poi divenne sindacalista e
dirigente degli edili Cisl. Evidentemente i leninisti della scuola di Mario
Mineo non disdegnavano l'antileninista Rosa. (S.L.L.)
La chiamavano Luxemburg
Rosa
metteva le masse metteva
le masse
la chiamavano Luxemburg
Rosa
metteva le masse sopra a
ogni cosa.
Appena giunta alla
stazione
della città di Berlino
tutti si accorsero al
primo sguardo
che era venuta per fare
casino.
C’è chi il casino lo
fa per gioco
e chi lo fa per
professione
Luxemburg Rosa né l’uno
né l’altro
lei lo faceva per
passione.
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