Da tre anni la Danimarca
ha reintrodotto i controlli alla frontiera con la Germania, ma da
poco a separare i due Paesi c’è anche una barriera metallica. Una
recinzione di acciaio che corre per 68 chilometri, separando la
penisola danese dello Jutland dal Land tedesco dello
Schleswig-Holstein. Una rete saldamente ancorata al terreno, ma alta
appena un metro e mezzo, perché non è studiata per gli esseri
umani, ma per gli animali, nello specifico per i cinghiali, come
racconta il settimanale “Der Spiegel”. Perché è con difese come
questa che la Danimarca spera di proteggersi dall’epidemia di peste
suina africana che dopo essere dilagata da anni nell’Est Europa è
arrivata anche in Belgio.
La piccola nazione
scandinava ha un’economia che dipende dalla produzione di carne di
maiale, e basterebbe solo un capo infetto per decretare
automaticamente lo stop alle esportazioni nei Paesi extra Ue, con una
perdita di almeno 1,5 miliardi di euro. Il punto è che il virus di
questa epidemia viene trasmesso dai cinghiali, e in Danimarca
praticamente non ce ne sono: con l’abbattimento di cento capi la
popolazione di cinghiali autoctona l’anno scorso è stata
dimezzata. Molto diversa invece la situazione in Germania, dove nella
scorsa stagione sono stati cacciati più di 800 mila cinghiali.
«La Danimarca non è un
Paese razzista, questa recinzione serve solo a combattere un’epidemia
potenzialmente devastante — spiega Tariq Halasa, professore di
malattie animali all’Università di Copenhagen — e ha senso anche
solo se riuscisse a ridurre del 10-20% i rischi di contagio». La
precisazione è d’obbligo dopo che Rasmus Paludan, il fondatore del
partito anti-islamico Stram Kurs («linea dura») ha chiesto di
alzare la recinzione di un altro metro e mezzo, visto che dopo tutto
anche gli esseri umani possono trasmettere il virus. Il prossimo anno
tedeschi e danesi festeggeranno un secolo di pacifica convivenza, ma
di certo si parlerà anche di questa rete che sta guastando il buon
rapporto di vicinato.
Rassegna stampa Corriere
della sera 28 luglio 2019
Nessun commento:
Posta un commento