Ogni tre parole pronunciate da un leghista una è «territorio». È un dato di fatto, certificato dall'accademia della crusca e dal forum internazionale sulla polenta taragna: la Lega vince perché sta sul territorio. Conosce il territorio. Comunica con il territorio. E naturalmente - tenetevi forte - governa il territorio. Lo governa e lo conosce così bene che non si è accorta che la 'ndrangheta è più forte a Milano che a Locri, che addirittura una megacosca si chiamava «Lombardia» (non Padania, che non esiste), che in casa loro abitano 500 affiliati che decidono chi votare, perché, come spartirsi gli appalti, come dialogare con la politica. Niente male come controllo del territorio: la prossima volta di vedetta mettete Ray Charles. C'è voluta la «toga rossa» Ilda Boccassini per fargli aprire gli occhi (sul territorio), ed è subito arrivato Maroni Bobo - ministro dell'interno dello stesso governo di Scajola, Brancher e Cosentino - a prendersi i meriti della riscossa legalitaria. Noi noteremo solo, così en passant e fuor di polemica, che nemmeno un affiliato è stato bloccato da una ronda padana (a guardia del territorio), peculiare caso di inefficienza lombarda. Quanto al supremo senso della legalità del ministro Maroni, lo sappiamo certificato da ogni telegiornale del regime. Dunque ci rivolgiamo a lui per denunciare un furto grave. Ci hanno già rubato quattro miliardi in sanzioni europee, un altro ce lo ruberanno a breve. Fa un bel gruzzoletto: un quinto della manovra di Tremonti. E questo perché una cricca politica di nome Lega Nord si ostina a difendere alcuni fuorilegge che non vogliono pagare le multe sulle quote latte. Per difendere pochi dei suoi, la Lega e l'amico Tremonti (con apposito emendamento inserito nella manovra) non esitano a penalizzare gli onesti e far spendere miliardi a tutti. Questo si chiama furto. Coraggio, ministro, aspettiamo la retata di questi parassiti padani che campano a spese dello Stato. Per la trionfale conferenza stampa vorrei un biglietto di prima fila, sarà uno spettacolo.
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