A corredo della riflessione, la Brogi ha diffuso alcune sue foto, una delle quali, parte integrante del testo, riprendo. Per le altre rinvio al link qui sotto. (S.L.L.)
Milano, Stazione Centrale, anni Quaranta del Novecento |
Viaggiatori forti
Nei prossimi giorni, ci auguriamo, molti di noi saranno in viaggio, e passeranno per le stazioni italiane.
Vorremmo invitarvi a notare un dettaglio sotto gli occhi di tutti: la scomparsa delle sale d’aspetto. A Milano, a Roma, a Firenze, per citare soltanto alcuni dei punti di snodo più importanti, sono sparite le sale dove potersi fermare, e al loro posto si trovano sedili sparsi più o meno confusamente per la stazione. Come negli aereoporti, si spiega di solito.
Ma dietro a queste parole ci sono cose più reali: le sale d’aspetto non sono sparite, nel senso letterale del termine, ma sono state privatizzate, trasformate in salette vip delle singole compagnie (Trenitalia, Italotreno eccetera), come si vede in questa foto scattata alla Stazione di Firenze:
Che le compagnie mettano a disposizione dei viaggiatori “forti” condizioni agevolate e ambienti speciali, è un’iniziativa legittima. Ma questo sistema di attenzioni, che traduce un’idea di valore unicamente costruita sul potere di spesa degli individui e tra l’altro fa fuori i viaggiatori “forti” veri, cioè i pendolari, è imposto, di fatto, azzerando lo spazio che apparteneva anche agli altri. E così le stazioni diventano, anzi sono, e sempre più esclusivamente, luoghi dove passano i clienti, ovvero non sono più bene comune dei cittadini. Come del resto si capisce subito appena si scende alla stazione di Milano, quando, alzando lo sguardo in cerca del tabellone degli orari, si scopre che su quella piattaforma ormai passano soltanto immagini pubblicitarie.
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