Ode al muratore tranquillo
Il muratore
dispose
i mattoni.
Mescolò la calce, lavorò
con la sabbia.
Senza fretta, senza parole
fece i suoi movimenti
erigendo la scala,
livellando
il cemento.
Spalle rotonde, sopracciglia
su due occhi
severi.
Lento andava e veniva
nel suo lavoro
e dalla sua mano
la materia
cresceva.
La calce coprì i muri,
un pilastro
levò in alto
la sua nobiltà,
e il tetto
frenò la furia
del sole esasperato.
Da un punto all'altro
andava
con mani tranquille
il muratore
rimuovendo
materiali.
E alla fine
della
settimana,
i pilastri,
l'arco,
figli
della calce, della sabbia,
della saggezza e delle mani,
inaugurarono
la semplice saldezza
e la frescura.
Oh che lezione
m'ha dato col suo lavoro
il muratore tranquillo!
Dal Terzo libro delle odi in Poesie, Sansoni, 1962 (Trad. Dario Puccini)
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