25.4.13

Perugia 1928. Come i fascisti uccisero Gastone Sozzi


Il cesenate Gastone Sozzi, ragioniere, fu dirigente del circolo giovanile socialista della sua città e, dopo la scissione del 1921, del nuovo Partito Comunista, organizzatore di gruppi di difesa contro lo squadrismo fascista. Colpito nel ’22 da un mandato di cattura con l’accusa di aver ucciso un militante fascista, si spostò dapprima a Torino, dove conobbe Gramsci, e poi in Unione Sovietica, dove frequentò a Leningrado i corsi di studi politico-militari tenuti nell’Accademia Tolmaciov. Rientrato in Italia nel 1925, a seguito della revoca del mandato di cattura, compie il servizio militare a Gradisca d’Isonzo, stabilendo rapporti con ufficiali e soldati che mantenne poi, nel '26 e '27, come dirigente della sezione del Centro interno del PCI che si occupava del lavoro militare.
Nel 1926 si sposa e diviene membro, a Roma, dell’Ufficio Militare del P.C.I., collaborando alla redazione de La caserma e La recluta, due giornali di propaganda clandestina comunista entro le Forze Armate, oltre a Il fanciullo proletario, giornalino illustrato per i bambini. Arrestato a Milano nel novembre 1927, fu trasferito nel carcere di Perugia, dove fu sottoposto a interrogatori e a torture ad opera del Tribunale Speciale Fascista, il cui presidente, generale Carlo Sanna, assisteva agli interrogatori condotti dal generale Ciardi, avvocato generale dello stesso Tribunale. Morì in conseguenza delle torture cui fu sottoposto durante la prigionia perché rivelasse i nomi degli ufficiali e dei soldati con i quali era in collegamento, coinvolti nella propaganda comunista, ma egli non rivelò alcun nome. La notte fra il 6 e il 7 febbraio 1928, secondo la versione ufficiale, fu trovato morto nella sua cella per suicidio, ma l'autopsia richiesta fu negata. Secondo la testimonianza della moglie, Norma Ballelli, che lo vide morto, il corpo non aveva segni intorno al collo.
In un articolo su “l’Unità” del 23 luglio del 1952, dedicato al Tribunale Speciale, O.P. (quasi certamente Ottavio Pastore), mostra di ritenere possibile che si sia impiccato. In ogni caso considera l’accaduto conseguenza diretta delle torture: “Gastone Sozzi fu orribilmente torturato alla presenza dello stesso generale Sanna, presidente del Tribunale Speciale, che voleva assolutamente strappargli dichiarazioni sulla azione comunista clandestina nell'esercito. Solo quando non poté più reggere ai dolori atroci causatigli da clisteri o da iniezioni di tintura di jodio, Sozzi si diede la morte”. Si ha peraltro notizia di un rapporto riservato a Mussolini sull'affare Sozzi, in cui l'avvocato militare del Tribunale Speciale, il comandante Ciardi, ammette che la morte di Sozzi è legata ad un errore, “un enteroclismo di iodio più carico di quello che avrebbe dovuto essere."
La notizia, nascosta in Italia, ebbe una risonanza internazionale. In Francia si sviluppò una "Campagna Gastone Sozzi" contro i delitti del fascismo nelle carceri italiane. La notizia ebbe risonanza negli ambienti frequentati dagli antifascisti anche in Messico e a Cuba. Nel 2006, a Cuba, in occasione della Fiera del Libro, in occasione della presentazione di un libro di González e Adys su Julio Antonio Mella e Tina Modotti, ampio risalto è stato dato alla campagna da loro condotta contro il fascismo italiano nel nome di Gastone Sozzi, prima per liberarlo, poi per denunciarne l’assassinio. Alla presenza del nipote Sergio Sozzi, noto architetto fiorentino, è stato rivolto un vero e proprio omaggio alla figura dell’antifascista ucciso nelle carceri perugine.
In Spagna, nel 1936, la prima formazione militare degli antifascisti italiani accorsi in difesa della Repubblica, ebbe il nome di "Centuria Gastone Sozzi". Durante la guerra di Liberazione in Romagna operò la Brigata "Gastone Sozzi". Una biografia di Sozzi fu scritta da Felice Chilanti e pubblicata dalle Edizioni di Cultura Sociale nel 1955.
Una petizione per intitolare a Perugia una piazza a Sozzi è stata diffusa nel settembre scorso, senza molto successo, dal giornale on line “Umbria Left”. Ma il clima in città non è bello: il libro di Varasano, un giovane apologeta consigliere comunale Pdl, sul fascismo perugino come modernizzazione, ha goduto dell'attenzione benevola di autorità e studiosi di vari orientamenti oltre al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio. Credo che la petizione andrebbe rilanciata anche per contrastare le offese che vengono da siffatti ammiccamenti alla storia di uomini come Gastone Sozzi.
 
L'Avana, 2006. Omaggio a Gastone Sozzi
Appendice.
Sono socialista perché amo
Una poesia giovanile di Gastone Sozzi
Sono socialista perché amo.
Amo tutto quello che c’è di bello e buono nella vita
Amo chi si procura il pane con il suo lavoro
Amo l’umanità che si imbruttisce distruggendosi in povere case umide
Amo la pace che permette alla civilizzazione di migliorare le condizioni della vita e sollevare gli spiriti
Amo la verità. 
E questo grande amore mi porta all’odio
e odio le ingiustizie e l’oppressione
odio il ricco che opprime il povero
il prepotente che umilia l’umile
il capitalista che si arricchisce con il sudore di chi lavora
E l’amore e l’odio, fusi insieme, fanno di me un socialista.

La poesia è tratta dal sito “siporCuba”

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