Che questo sia il governo
del rinnovamento, come annunciato dall'esile Di Maio e come – con
voce più robusta – proclama il ministro degli Interni Salvini, il
sedicente “uomo nuovo” che si candida a “Uomo Forte”, è
prima di tutto una balla.
Esattamente 10 fa,
inaugurando un nuovo governo di destra il leghista Maroni, ministro
degli Interni dell'epoca, tentò di guadagnare una facile popolarità,
minacciando fuoco e fiamme contro i campi nomadi e promettendo - tra
l'altro - un censimento dei rom, motivato con la necessità di
“difendere i bambini”.
Di questo parla il testo
che segue, la lettera che Dijana Pavlovic, una brava attrice,
jugoslava per nascita, di etnia rom, attivista per i diritti civili,
inviò al ministro Maroni dalle colonne de “l'Unità”. Sembra
scritta oggi. Se si sostituisce il nome di Maroni con quello di
Salvini, tutto fila. (S.L.L.)
Egregio signor Maroni,
ministro dell'Interno,
Lei annuncia che verranno
«censiti» i bambini rom, ma ci rassicura non sarà una «schedatura
etnica», un semplice «censimento che riguarderà tutti i nomadi che
vivono in Italia, minori compresi».
Che io sappia, quando si
fa un censimento questo riguarda tutti i cittadini dello Stato, lo si
fa secondo certe modalità uguali per tutti e con finalità chiare a
tutti. Ma Lei per censimento intende forse entrare in un campo con 70
poliziotti, carabinieri, vigili urbani in assetto antisommossa e un
furgone della polizia scientifica per rilevare le impronte digitali
alle cinque di mattina della famiglia Bezzecchi, 35 cittadini
italiani, senza precedenti penali?
Questo è ben altra cosa.
Si chiama schedatura etnica e lo sappiamo bene perché l'abbiamo già
vissuto nel passato. E dunque è in atto una schedatura su base
etnica che vuol dire che si sta creando un archivio parallelo. A cosa
servirà l'archivio Rom? Nel passato, l'archivio che aveva creato
l'«Ufficio di polizia per zingari» di Monaco, che aveva schedato ed
arrestato più di 30.000 Rom tra il '35 e il '38, è passato all'Rkpa
di Berlino, cioè alla Centrale di polizia criminale del Reich, sotto
il controllo diretto di Himmler, il quale l'8 dicembre '38 ha emanato
il Zigeunererlass, decreto fondamentale nella storia dello sterminio
zingaro, perché ha stabilito che, «in base all'esperienza e alle
ricerche biologico-razziali, la questione zingara andava considerata
una questione di razza».
Ma, se possibile, mi
inquieta di più il Suo annuncio che i primi a essere schedati
saranno i minori e se sorpresi a elemosinare saranno sottratti ai
loro genitori. Un vero e proprio atto di violenza e discriminazione
che nessuna questione di sicurezza può giustificare, tanto più se
si considera che dei 152.000 rom presenti in Italia, secondo lo
stesso ministero degli Interni, la metà ha meno di 16 anni. Senza
tener conto che in Italia sotto i 14 anni non si è punibili e che in
questo modo si criminalizza un intero popolo, senza distinzione.
Come accade con gli
adulti, così anche le migliaia di bambini Rom che vanno a scuola,
che cercano faticosamente di aprirsi una strada verso un futuro
«normale», per Lei sono pericolosissimi criminali da schedare e da
tenere d'occhio. Non è anticostituzionale, illegale e contro la
Convenzione dell'ONU sui diritti dei fanciulli? Ma a Lei dovrebbe
importare della legge e del diritto, oppure è solo importante
solleticare il ventre del Suo popolo? Prendersela con dei bambini,
anche se rubano o chiedono l'elemosina è molto più facile che avere
a che fare con la più potente organizzazione criminale, la
'ndrangheta, che è padrona del territorio negli ordinati
vialetti della sua Varese, come in tutta la Lombardia e il nord
Italia. Secondo i dati della commissione antimafia e dell'Eurispes
questi bravi adulti hanno un fatturato annuo di 36 miliardi di euro
(altro che finanziarie di Tremonti), tra traffico di droga, appalti,
traffico d'armi e altri sciocchezze certo molto meno gravi dei
furtarelli di qualche ragazzino. Ma questo avveniva anche pochi anni
fa: cosa c'era di più facile di prendersela con ebrei e zingari?
Nessuno di loro reagiva e l'ORDINE era garantito.
Certo, Lei quando ci
annuncia queste cose, sorridendo serafico dai salotti tv parlando di
sicurezza, forse non pensa ai forni crematori che invece molti Suoi
simpatici seguaci in camicia verde invocano impunemente nelle ronde e
negli agguati agli «zingari», ma forse a nuove forme di campi di
concentramento sì. Mi fa venire i brividi la Sua rassicurazione che
questo serve a garantire ai bambini rom «condizioni dignitose» in
piena attuazione dei patti di sicurezza di alcune città. In questi
ghetti moderni uomini, donne e bambini di etnia rom, che siano
cittadini italiani, comunitari o no, verranno sottoposti alla
segregazione di un regime speciale che viola qualunque norma di
diritto, di umanità e perfino di buon senso e nega un futuro
dignitoso ai nostri bambini.
"l'Unità", 27 giugno 2008
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