29.8.18

Cristo non essenza ma persona. Una lettera a Walter Binni (Aldo Capitini 1962)

Una lettera che ottimamente illustra l'interesse di Capitini per il cristianesimo. E tuttavia la sua “religione aperta” (“Cristo concretamente moltiplicato per tutti gli esseri nati”) non è solo una soluzione originale del problema filosofico della divinità, ma anche una destrutturazione della religione formalizzata e gerarchizzata, e dunque delle forme storiche in cui il cristianesimo si è cristallizzato: la Chiesa cattolica e molte chiese protestanti che vedono la salvezza nel “rapporto a due”. (S.L.L.)


Perugia, 4 novembre 1962
Caro Walter,
Dico seguitando che, per me, non si tratta di teismo o ateismo.
Pensa a quello che accadde ai cristiani quando si trovarono davanti non un’idea filosofica, un'essenza, ma una persona vissuta nel mondo, che pensarono crocifissa e risorta. Per qualcuno erano degli “atei”. Ma, naturalmente, si accorsero che potevano innestare tanto di teologico su quell’essere vissuto concretamente, a cui stavano aperti con la fede.
La stessa cosa faccio per la compresenza di tutti gli esseri nati, e quindi passati per la concretezza del mondo. Non si tratta di discutere su Dio o non Dio fuori di questa concretezza a cui ci si può aprire. Se la discussione si fa fuori di questa apertura, temo che ci si trovi in una posizione nietzscheana-tartagliesca. Invece su quell’apertura alla compresenza (Cristo concretamente moltiplicato per tutti gli esseri nati) si possono impostare categorie religiose, e si può trovare molto di Dio nella parte della compresenza, escludendo però il vecchio tipo del rapporto a due con Dio, che produce l’idea della salvezza di alcuni, e della proprietà privata come cose assolute.

Agli amici. Lettere 1947 - 1968, Edizioni dell'asino, 2011

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