1.7.10

L'Europa sprofonda. Una signora bionda, gli "stati generali" e i re taumaturghi.


Il potere è, in sé e per sé, osceno e mette oscenamente in scena l’oscenità. Nessuna meraviglia dunque per la curiosa vicenda della signora bionda che ha accompagnato Berlusconi in Brasile. Qualche cronista di regime ha rispolverato l’immagine della “dama bianca”, giocando sul colore di uno dei vestiti esibiti dalla signora. Una trovata volgare ed offensiva per la memoria di Fausto Coppi. Quella del Campionissimo era una grande storia d’amore ferocemente contrastata dall’Italia bigotta e clericale degli anni Cinquanta, la stessa in cui Oscar Scalfaro schiaffeggiava (giustamente querelato) una signora per l’audace scollatura e il vescovo di Prato cacciava dal tempio come concubini e pubblici peccatori due separati conviventi. Niente a che vedere con gli amorazzi a gogò e un po’ marchettari dell’attuale premier.
Poi lo stesso Berlusconi e il suo entourage hanno voluto chiarire il senso della presenza. La donna si chiama Federica Gagliardi e faceva parte dello staff della candidata Polverini. Conosciuto Berlusconi in quella veste, gli aveva manifestato il sogno di partecipare ad un grande incontro internazionale. Passano pochi mesi, si libera all’ultimo momento un posto e il gran Cavaliere si ricorda della bionda signora, la quale viene all'ultimo momento inserita nella delegazione del G8 e successivamente ammessa anche a qualche incontro ufficiale nel resort di Muskoka. Una bella favola.
Negli stessi giorni a Parigi il Parlamento ascoltava in audizione riservata i responsabili tecnici e organizzativi dell’infausta spedizione della Nazionale di calcio francese ai Mondiali in Sudafrica: nessun processo – dicevano i rappresentanti del popolo – ma vogliamo capire, nel 2016 abbiamo gli Europei in Francia. Il più arrabbiato è sembrato il presidente Sarkozy, che reagisce immediatamente: convoca gli “Stati generali” del calcio francese. L’espressione in Italia farebbe ridere i polli: abbiamo visto Stati generali della sinistra e del centro, dell’antidroga e dell’atletica, dell’olio e del vino, della pesca in altura e delle razze bovine da carne. Sempre “generali”, mai che qualcuno s’accontenti di uno “stato colonnello”. Ma in Francia è tutta un’altra cosa: lì gli Stati generali li convocava il “sovrano”. E’ vero che ad uno andò male e che quella convocazione, lungi dall’unire il popolo intorno alla dinastia, finì nel “giuramento della Pallacorda”. Ma Sarkozy è uno a cui piace sfidare le convenzioni e le dicerie iettatorie ed è certo che restituirà la sua grandeur al football di Francia, senza rischiare la testa sulla ghigliottina.
C’è un senso in queste notizie, nello spazio che hanno trovato sulla stampa e nelle tv italiane e francesi? C’è un legame tra l’una e l’altra? Secondo me sì. Sono segno l’una e l’altra di una enorme regressione culturale, esprimono il ritorno, se non ai re taumaturghi, ad un’idea di potere sacralizzato (seppure osceno come sempre). C’è dentro una voglia di monarchia: il re che può quasi tutto, portare alle stelle un suddito che gli è simpatico, far regina (per una notte) la servetta della locanda, guidare i portieri nelle parate e gli attaccanti nelle percussioni. L’Europa insomma sprofonda nel Medioevo. Non solo quello sociale di cui scrive Pietro Ancona, ma anche quello politico. Tout se tient.

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