6.8.14

Leoni d'Asia (Carlo Grande)

In India, nello Stato del Gujarat ai confini col Pakistan, è la stagione secca. Tra savana e boscaglia, dove ora è più facile vederli, i leoni si preparano alla guerra.
E' una stirpe rara e nobilissima, quella dei leoni del parco nazionale Sa-san Gir: i leoni asiatici (in antichità il felino viveva non solo in Africa ma anche in Europa, ad esempio) sono gli stessi che compaiono nei bassorilievi babilonesi, trafitti dalle frecce e dai giavellotti di Assurbanipal e Nabucodònosor lanciati dai carri e dai magnifici cavalli da guerra. Citati decine di volte dalla Bibbia, ne sono sopravvissuti pochissimi, nella foresta di Gir, appena 13 esemplari a inizio 900; poi decisero di proteggerli e ora sono circa 300. Erodoto parla di loro: nel 480 a. C. del Nord della Grecia assalirono i cammelli dell'esercito di Serse, poi sconfitto da Leonida alle Termopili.
Dicono che la criniera sia un ricordo delle regioni fredde: riparava dal gelo (perché solo i maschi?) ma per altri ha funzione difensiva, protegge la gola; in seguito divenne fattore di selezione sessuale. Come che sia, il leone è il felino più alto al garrese e il più pesante, dopo la tigre. Vanta un'immensa fama: da Gilgamesh a Eracle, dall'evangelista Marco alla Serenissima alle Cronache di Narnia. E' emblema di ignoto («hic sunt leones» dicevano le mappe delle regioni inesplorate), è simbolo di superbia nel Medioevo.
I leoni della foresta di Gir sono salvi grazie al turismo e a un territorio fatto di foreste di tek e acacie, laghi, fiumi, radure e splendidi animali come leopardi, antilopi, cervi, coccodrilli. Ora vogliono trasferire qualche giovane leone in una riserva del Madhya Pradesh, dove furono sterminati a metà '800 dai fucili inglesi e dei sovrani locali. Il Gujarat si oppone per avere l'esclusiva della specie. Una guerra di carte bollate, per una volta un problema di abbondanza relativa. Deciderà il governo indiano, pare un caso di «successione», come tra Enrico II d'Inghilterra e la moglie Eleonora di Aquitania nel film Il leone d'inverno.
Speriamo che gli eredi dei leoni d'Asia si diffondano e non vivano nella schiavitù del precariato perenne, come scrive Riccardo De Gennaro sul nuovo numero della rivista «Reportage», parlando dei giovani. Lunga vita alle nuove generazioni di leoni asiatici: in carne, ossa e criniera.


La Stampa, 25 gennaio 2011

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