5.8.14

Oscar Niemeyer. 104 anni di comunismo architettonico (Giuseppe Bizzarri)

Oscar Niemeyer (1907 - 2012)
Il ritratto che segue di Oscar Niemeyer, breve e sugoso, fu scritto per “Il Fatto”, in occasione del 104° compleanno dell'architetto brasiliano. Niemeyer, figura di primo piano dell'architettura del Novecento, morì di ictus qualche mese dopo mantenendo fino alla morte gli ideali comunisti. Il suo comunismo viene però sistematicamente rimosso o marginalizzato, come se si trattasse di un incidente di percorso, senza alcuna ricaduta sulla sua arte e non invece – come in effetti fu – di una importante fonte di ispirazione. Accade lo stesso, molti anni dopo la morte, per Pablo Picasso il cui comunismo è spesso ignorato dalle storie dell'arte, persino da quelle che in genere non tacciono le idee politiche degli artisti. (S.L.L.)
Rio de Janeiro, Museo d'arte moderna (1996). Opera di Oscar Niemeyer
Qual è il segreto di Oscar Niemeyer per vivere una vita così lunga, intensa e feconda? Sono stati in molti a chiederselo ieri sera a Rio de Janeiro, dove l'immortale architetto carioca ha festeggiato 104 anni con familiari, amici ed esponenti della cultura brasiliana, uniti nel celebrare il compleanno del mito dell'architettura brasiliana e mondiale.
Lucido come lo sono pochi alla sua età, l'instancabile "Oscar" non smette di progettare nella vita. Proprio ieri il governatore del "Distrito Federal" Agnelo Queiroz, ha voluto regalargli l'inaugurazione della sua ultima opera costruita a Brasilia, la “Torre Digital”, lo spettacolare torrione alto 185 metri che sarà la prossima attrazione turistica. Ma Niemeyer non ha voluto politici nel magnifico studio di Copacabana, dove si trovano appesi sui muri gli schizzi e le planimetrie dei suoi ultimi progetti, come quello di una grande moschea in Algeria e il museo dedicato al "Rei do Futebol brasileiro" Pelé. Ogni giorno, nel mondo, migliaia di persone entrano ed escono nei sinuosi e sensuali edifici da lui progettati. Niemeyer ama la linea curva e la utilizza in maniera inconfondibile: per questo viene considerato come uno scultore monumentale più che un architetto. Il sociologo Domenico de Masi ha detto che Niemeyer pensa al mondo non come se fosse una linea retta ma "curva", proprio come Einstein. De Masi si riferisce all'odio che nutre l'architetto per l'angolo retto e la sua grande passione per l'astrofìsica, la cosmologia e le linee curve della natura e delle "mulheres", le donne, che ne hanno influenzato l'estetica e la vita.
Religiosamente ateo, Oscar è stato un pioniere nell'uso del cemento armato come elemento espressivo architettonico. Con Lucio Costa, amico e professore di facoltà, Niemeyer ha coronato il sogno di molti architetti, quello di progettare una città: Brasilia. Ma per Oscar il lavoro non è importante: "La vita è sempre al di sopra di tutto, è lei che cambia l'architettura", ha detto. E probabilmente proprio questo il segreto a rendere il maestro dell'architettura così longevo e, forse, felice; queste suo amore per la vita, la sua passione a celebrarla; la proverbiale semplicità che l'ha portato a rispettare e costruire per la gente comune, il popolo. Affiliatosi al Partito comunista nel 1945, e auto esiliatosi in Francia durante la dittatura militare in Brasile, l'architetto ha sempre difeso i diritti della classe lavoratrice. "Niemeyer ed io siamo gli ultimi comunisti di questo pianeta", disse Fidel Castro, quando andò a trovarlo nel suo studio. In giovinezza lo scapestrato Oscar è stato un grande bohemien, grande frequentatore del Café Lamas, del Club Fluminense e del "bairro" dì Lapa. "Devi fare quello che ami, altrimenti finirai per lavorare". Il detto è di Roberto Rossellini e calza perfettamente alla vita dell'ultracentenario brasiliano, il quale ha invitato anche gli amici sambisti Paulinho da Viola e Jorge Aragao, con il quale ha discusso dell'arrangiamento musicale del "Samba do arquiteto" che fu composto dall'architetto nel 1962. Nonostante i ricoveri ospedalieri, ancora oggi l'architetto - che ha disegnato anche sculture e bellissimi mobili - ama bere vino e fumare cigarrinhos; e lo fa spesso al Terzetto, il ristorante italiano a Ipanema, dove va una volta a settimana a cenare con la sua ex segretaria, Vera Lucia Cabreira, con cui si è sposato per la seconda volta, a 98 anni.


“Il Fatto”, 16 dicembre 2011

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