12.12.14

Il futuro torrido delle estati europee (Redazione "Le Scienze")

Una recente mappa climatica dell'Europa: il giallo rappresenta il clima caldo mediterraneo; l'arancione il clima semiarido freddo; le sfumature di blu il clima continentale umido/temperato; il verde il clima oceanico freddo (Wikimedia Commons)
L’estate del 2003 sarà ricordata come una delle più calde degli ultimi due secoli, ma il primato potrebbe essere presto battuto da analoghe ondate di caldo che colpiranno il nostro continente nel corso di questo secolo. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista “Nature Climate Change” da Nikolaos Christidis, Gareth S. Jones e Peter A. Stott del Met Office Hadley Centre a Exeter, nel Regno Unito, la probabilità che l’Europa abbia un’estate con temperature oltre limite è dieci volte superiore a quella che si poteva stimare appena 15 anni fa, e la colpa è del cambiamento climatico provocato dalle attività umane.
La connessione tra attività umane e ondate di caldo, in particolare per quel che riguarda l'estate del 2003, era già stata messa in luce da uno studio pubblicato su “Nature” nel 2004 da Peter Stott. Allora le stime, ottenute con modelli di riscaldamento globale e dati delle variazioni delle temperature medie, erano di un raddoppio delle probabilità di un'estate torrida.
Dal 2004, tuttavia, il trend di riscaldamento globale è continuato senza sosta, determinando un incremento medio delle temperatura di 0,81 gradi Celsius.
Christidis e collleghi hanno usato i dati aggiornati sulle temperature estive e nuovi modelli di previsione, confrontando in particolare quelli relativi al decennio 1990-1999 con quelli del decennio 2003-2012. In questo ultimo decennio, le estati molto calde - definite come quelle in cui la temperatura media è stata di 1,6 gradi superiore alla media della serie storica - si sono presentate ogni cinque anni, mentre in quello precedente, se estrapolate e rapportate al lungo periodo, una volta ogni 52 anni.
Se si guarda invece alle estati di caldo eccezionale come quella del 2003, in cui la media delle temperature fu di 2,3 gradi Celsius oltre la media del trentennio 1961–1990, la loro frequenza, rapportata sul lungo periodo, è passata da meno di una ogni mille anni a circa una ogni 127 anni.

Via via che le temperature salgono, aumenta di conseguenza anche la probabilità di estati molto calde, che potrebbero diventare abituali nel 2040, con punte di calore estremamente elevate. Questo dato dovrebbe essere tenuto in debito conto dai governi nazionali, perché in grado di causare migliaia di morti, come avvenne nel 2003.

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