5.12.14

Ricordando Veronelli. Quelle bruschette della disobbedienza (Mimmo Lavacca)

Nell'ultimo numero di "A - Rivista anarchica" un corposo dossier ricorda Luigi Veronelli, il gastronomo libertario scomparso dieci anni fa. Riprendo questo ricordo "meridionalista" di Lavacca. (S.L.L.)
Luigi Veronelli
Il 2 febbraio 2004 a Monopoli (Bari) centinaia di persone, agricoltori in testa, occuparono il porto per protestare contro la frode sistematica dell'importazione illegale di olio. L'idea era venuta a Veronelli. Che c'era.
Negli anni novanta il porto di Monopoli era considerato uno dei principali approdi da parte di navi cisterna piene di olio di dubbia provenienza. Olio che dopo il suo sbarco diventava magicamente extravergine nazionale. Sempre negli anni novanta, un gruppo di compagni aveva messo in piedi una piccola associazione dal nome Assudd, e il raddoppio delle consonanti esse e di voleva significare gente fastidiosa, tosta, rognosa. Bene, decidemmo che tra le varie iniziative era giunto il momento di incazzarsi sullo scempio che ogni giorno veniva perpetuato a danno degli olivicoltori monopolitani.
Quelle continue navi cisterne nel porto di monopoli davano un segnale di una cittadina indifferente alle truffe e alle sorti dell'agricoltura. Sapevamo che quell'immagine non rappresentava i pugliesi e cosi decidemmo di agire. Avevamo bisogno di una autorità, di una persona di indubbio valore tecnico e sociale, una persona che potesse darci una mano ad accendere un grande faro sul porto di Monopoli e su tutto quello che di negativo rappresentava per la città e per la Puglia. Convenimmo tra i compagni che l'unica persona che poteva darci una mano era Luigi Veronelli.
Qualche giorno dopo trovai il numero della casa editrice EV e chiamai. Chiesi di poter parlare con il maestro Luigi Veronelli. Telefonata che non dimenticherò facilmente. Telefonata che mi gira ancora in mente per la cortesia nell'ascoltarmi, la concretezza nelle risposte e nelle proposte. Una voce e un timbro di grande spessore. In quella bellissima telefonata del gennaio 2004 Luigi mi ascoltò, era al corrente e sapeva perfettamente quale fosse la situazione nel porto di Monopoli e mi propose senza indugi un'azione di disobbedienza civile. L'obiettivo era di occupare la banchina del porto di Monopoli e salire su una delle navi cisterna ancorate alla banchina.
La sua proposta fu chiara, precisa e tosta. Con la stessa convinzione io accettai. Finalmente un atto di ribellione contro le migliaia di tonnellate di olio scaricate nel porto. Da quella telefonata, da quella bellissima intesa, si realizzò la più bella, la più nutrita, la più variegata manifestazione di protesta in agricoltura. Da quella telefonata hanno preso avvio tante cose con Luigi e con tutto il mondo che gli girava intorno.
La manifestazione fu progettata nell'area di pertinenza della capitaneria di porto. Area vietata da sempre a qualsiasi manifestazione. La mattina del 2 febbraio del 2004 centinaia di persone si ritrovarono al porto di Monopoli per dare vita a un momento di di disobbedienza civile. Luigi sembrava il pifferaio magico. Arrivarono da tutta Italia, arrivarono dalle campagne del sud della Puglia, arrivarono agricoltori dalle campagne monopolitane. Bellissimo, tanta gente che manifestava finalmente contro le importazioni selvagge di olio.
Gli agricoltori avevano portato il loro olio, il loro pane e i loro pomodori. Furono allestiti, nell'area vietata, tavoli della qualità e furono offerte bruschette della disobbedienza. Gino parlava con tutti e tutti parlavano con lui, attorniato dagli agricoltori pugliesi. La mattinata si concluse con un successo di partecipazione, per me e per noi, impensabile. A pranzo fummo invitati in campagna da amici agricoltori e si formò una grande tavolata. Persone e agricoltori che arrivavano alla spicciolata per il solo piacere di parlare con Gino o farsi una foto con lui.
Il pomeriggio avevamo organizzato un dibattito nella chiesa sconsacrata di San Pietro e Paolo nella città vecchia di Monopoli. Tanta tanta gente. La batteria dei politici in prima fila ad ascoltarlo. Gino fu grandioso, continuò ad affascinare tutti i presenti, grandi racconti, grandi intuizioni, grandi storie agricole. Parole semplici, ma efficaci come macigni. Scosse coscienze e menti appassite. Rimane e rimarrà la più importante e grande manifestazione agricola mai realizzata nei nostri territori.
Il diario di quella giornata fu impreziosito da un regalo che lui volle fare all'agricoltura del sud. La manifestazione si svolse il 2 febbraio, giorno del suo compleanno. La scelta del 2 febbraio non fu casuale. Io lo considero un grande omaggio agli agricoltori pugliesi. Alcuni numeri di quella giornata, oltre alle centinaia di agricoltori e cittadini: c'erano una sessantina di organizzazioni presenti alla manifestazione, una decina di emittenti nazionali e locali, una quindicina di testate giornalistiche.

Una giornata indimenticabile, ancora grazie.

"A rivista anarchica", Anno 44 n.8 Novembre 2014


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