26.10.17

Nascita di Cristo. Una poesia di Federico Garçia Lorca

1947 - Natale a New York
Un pastore chiede latte per la neve che ondula
bianchi cani stesi fra sorde lanterne.
Il Cristo di fango ha diviso le dita
fra i fili eterni del legno rotto.

Ecco le formiche e i piedi intirizziti!
Due fili di sangue spezzano il cielo duro.
I ventri del demonio risuonano per le valli
colpi e risonanze di carne di mollusco.

Lupi e rospi cantano nelle verdi legnaie
coronate da vivi formicai dell’alba.
La luna ha un sonno di grandi ventagli
e il toro sogna un toro di buchi e di acqua.

Il bimbo piange e guarda con un tre sulla fronte.
San Giuseppe vede nel fieno tre spine di bronzo.
I panni esalano un rumore di deserto
con chitarre senza corde e voci decapitate.

La neve di Manhattan spinge gli annunci
e dona grazia pura alle false ogive.
Sacerdoti idioti e cherubini di piuma
seguono Lutero sugli alti angoli.


Da Poeta a New York (1932), Guanda, 1962 – Traduzione Carlo Bo

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