Il Palazzo d'Inverno e i Musei, li odio quanto voi. Ma la distruzione è vecchia come la costruzione ed è altrettanto tradizionale. Distruggendo quel che odiamo, siamo stanchi e disgustati non meno di quando consideriamo il processo della costruzione. Il dente della storia è molto più velenoso di quanto pensiate; non possiamo mai sfuggire alla condanna del tempo. Il vostro grido resta ancora un grido di dolore e non di gioia. Distruggendo, restiamo ancora schiavi del vecchio mondo; anche rompere una tradizione è una tradizione. Siamo minacciati da un pericolo ancora più grande: non possiamo evitare la necessità di dormire e di mangiare, qualcuno costruirà, altri distruggeranno, perché "c'è un tempo per ogni cosa sotto il sole"; ma ognuno resterà uno schiavo finchè non appaia un terzo elemento, qualcosa di diverso dalla costruzione e dalla distruzione.
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Postilla breve e senza pretese. Forse il terzo elemento è stato già trovato, in un fine millennio gravido di minacce, la terza via, diremmo noi rimpinzati di politica. Si capito che non c'è solo costruzione e distruzione, ma c'è anche il riciclaggio, il riadattamento, il riuso. E c'è il bricolage. E' possibile che sia questa la chiave della liberazione? (S.L.L.)
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