4.10.17

Walter Binni per la morte di Gandhi. Dai verbali dell'Assemblea Costituente


Binni. Chiedo di parlare.

Presidente [Umberto Terracini]. Ne ha facoltà.

Binni. Credo di interpretare l’animo concorde di tutti i deputati italiani e di tutti quegli italiani che si sentono, nel senso piu ampio e pieno della parola, veramente «cittadini del mondo», ricordando qui tra noi quell altissima vita che ieri una mano folle o prezzolata ha voluto delittuosamente troncare; ricordando che se, in India, turbe infinite di uomini e donne piangono ancora oggi la scomparsa del loro capo spirituale, anche in altre parti del mondo, anche nell’Europa occidentale, altri uomini hanno provato ieri, all’annuncio di quel triste avvenimento come un improvviso crollo, un improvvisa, un’infinita tristezza. Un’immensa tristezza, e vorrei dire in queste brevissime parole, anche quasi un senso di infinito orgoglio: l'orgoglio che si prova noi uomini quando, nella nostra condizione umana, fra lotte e vergogne infinite, sentiamo delle voci pure e altissime elevarsi, vediamo atti di sacrificio e di abnegazione; perché io credo veramente che, se la cosa più difficile per un uomo è l’accordo tra un’azione rinnovatrice ed efficace e il rispetto assoluto per ogni vita umana, questo accordo è stato veramente raggiunto dal Mahatma Gandhi. Egli ci ha dato l'esempio che vale meglio convincere che vincere; egli ci ha dato l’esempio che è cosa più alta essere martire che assassino.
Quando noi vediamo ciò che accade nel nostro mondo sconvolto, quando sentiamo ancora le vecchie apologie dei risultati e dei successi della forza, ebbene, noi, di fronte a quest’uomo, così modesto che addirittura era diventato per certi cinismi occidentali quasi una figura grottesca, noi sentiamo invece che il valore più alto che l’umanità può raggiungere non sono tanto gli imperii sanguinosi e fastosi, non sono le grandi costruzioni, spesso edificate sulle lacrime e sul sangue, ma è invece il gesto più intimo e più solitario, più assoluto, il gesto dell’eroica e sublime bontà, di cui egli, veramente «grande anima», ci ha voluto dare l’esempio. (Applausi).

Presidente. Credo che l’onorevole Binni abbia interpretato il pensiero e - più che il pensiero - il sentimento di tutta l’Assemblea, pronunciando le parole a ricordo di Gandhi e ad esecrazione dell’orribile tragedia, nella quale è stata spenta una vita che era preziosa non soltanto per il popolo indiano nel suo complesso, ma per tutti i popoli del mondo.

Verbale del 31 gennaio 1948, in Walter Binni, Scritti politici 1934-1947, Il Ponte Editore, 2014


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