Conoscevo per sommi capi
la vicenda del toscano Ettore Fabietti, figura importante del
riformismo socialista del primo Novecento vicino al Turati, promotore
di numerose iniziative per la diffusione e la divulgazione della
cultura tra i ceti popolari. Fu tra l'altro il principale animatore
di un vero e proprio movimento per le biblioteche popolari. I "guardiani" di cui la poesia discorre sono, con molte probabilità, oltre ai governanti, anche i
preti, in armonia con l'anticlericalismo di stampo positivistico tipico del riformismo
socialista nel primo Novecento. (S.L.L.)
E Cristo disse: Germini
la Pace
l'umile germe ch'io
semino in terra:
nel mio sacco non ho
miglior semente.
Gittò la mèsse, e poi
volle, il verace
seminatore, perché pria
nascesse,
irrorar del suo sangue
anco le zolle.
Ma i guardiani del campo,
a cui commesse
eran le sorti de la pia
fatica,
sconvolsero la terra,
e spersi al vento i germi
della Pace,
che è ben di tutti,
seminaron guerra;
onde i fraterni lutti
fruttar dovizie al lor
desìo rapace.
Or dei guardiani, o buon
Gesù, che al vento
spersero i germi de la
tua semenza,
noi siamo stanchi, e omai
provar vorremmo,
Gesù mite, a far senza;
che per i lor nefasti
Tu seminasti, e noi non
raccogliemmo.
Da Canti di
Trifoglieto, Treves, 1913 Ora nella piccola antologia on line Il
Cristo nella poesia italiana decadente e simbolista nel
sito “I libri della stanza ascosa”
(http://leonbizz66.blogspot.it/)
curato da Leonardo Bizzarri
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