Alla vigilia
dell'approvazione della legge che cancella l'Obamacare la rivista
“Internazionale” ha pubblicato questo allarmante articolo di due giornalisti del “The New York
Times”. (S.L.L.)
Decine di migliaia
di persone
rischiano di perdere
il diritto alle cure mediche
con la legge voluta
da Donald Trump
Fran Cannon Slayton,
un’autrice di libri per bambini, ha cercato di avere un
atteggiamento positivo quando nel 2016 le è stato diagnosticato un
tumore al cervello. Ma oggi è molto preoccupata dal tentativo del
Partito repubblicano di cancellare e sostituire l’Obamacare, la
riforma sanitaria voluta dall’ex presidente Barack Obama. “Non
penso che la gente capisca la gravità della situazione”, dice
Fran, che ha cinquant’anni e vive a Charlottesville, in Virginia.
La sua preoccupazione principale riguarda il fatto che il progetto
di legge (approvato dalla camera il 4 maggio e ora in discussione al
senato) permetterebbe agli stati di liberarsi di una serie di
obblighi, compreso quello che molti considerano il cardine
dell’Obamacare: il divieto per le compagnie assicurative di imporre
polizze con tassi più alti alle persone che, come Clayton, hanno già
problemi di salute. Una possibilità che spaventa Fran e altri
statunitensi malati di cancro o affetti da cardiopatie, diabete e
altri disturbi le cui cure oggi sono coperte dall’Obamacare.
Questa misura è una delle modifiche introdotte dalla Casa Bianca per
ottenere l’appoggio dei deputati più conservatori del Partito
repubblicano, che a marzo avevano bocciato un disegno di legge
perché secondo loro era troppo moderato. In base alla proposta dei
repubblicani, le compagnie non potranno rifiutarsi di vendere
un’assicurazione sanitaria a nessuno, ma gli stati potranno
chiedere un’esenzione dalla regola che oggi obbliga le compagnie
assicurative ad applicare lo stesso prezzo a persone della stessa
età e della stessa regione, a prescindere dal loro stato di
salute. Se il disegno passasse, chi è rimasto senza copertura per
almeno 63 giorni nel corso dell’ultimo anno potrebbe dover pagare
un prezzo legato al suo stato di salute, con un possibile aumento
vertiginoso del costo della polizza. Le persone in salute, al
contrario, potrebbero beneficiare di una forte riduzione. Per
ottenere l’esenzione, gli stati dovranno impegnarsi a trovare un
altro modo per fornire assistenza alle persone con malattie gravi.
Tra le possibilità ci sono le cosiddette high-risk pool, fondi
speciali creati appositamente dagli stati. Ma alcuni studi, tra cui
quello condotto dall’organizzazione non profit Kaiser family
foundation, sostengono che questi fondi sarebbero insufficienti e che
di solito non funzionano. Inoltre, con la nuova legge gli stati non
dovrebbero più costringere le compagnie assicurative a vendere
polizze che coprano dieci “servizi essenziali”, tra cui i
farmaci con ricetta, l’assistenza in maternità, per le malattie
mentali e per la tossicodipendenza. Consentendo alle compagnie di
limitare la copertura, la legge potrebbe far scendere il prezzo
delle assicurazioni, ma lascerebbe centinaia di migliaia di persone
senza l’assistenza che in questi anni hanno ricevuto grazie
all’Obamacare, tra cui le cure per la dipendenza da oppiacei. È
difficile prevedere quante persone già malate saranno colpite da
queste modifiche. Molti statunitensi che sono rimasti per un
periodo senza copertura (per esempio perché hanno cambiato lavoro)
potrebbero non essere più in grado di pagare i costi dei programmi
statali. Le persone in salute, invece, potrebbero scegliere piani che
offrono una copertura minima, e questo rischia di far lievitare i
costi per chi ha bisogno di programmi di assistenza più completi.
Il momento del
panico
Per tanti le nuove misure
segnerebbero il ritorno a un’epoca in cui le compagnie
assicurative valutavano attentamente lo stato di salute delle
persone prima di stipulare una polizza. In passato, per esempio, in
alcuni stati venivano stipulate polizze con clausole che escludevano
dalla copertura una determinata malattia. Larisa Thomason di New
Market, in Alabama, ricorda il giorno in cui, nel 2002, suo marito
ricevette una lettera dall’Humana, la compagnia con cui aveva
stipulato l’assicurazione sanitaria. L’azienda lo informava che
non avrebbe coperto le cure per il cancro perché una colonscopia
svolta in precedenza aveva rilevato la presenza di polipi benigni.
Nel caso di Alice Thompson, invece, una compagnia del Wisconsin si
rifiutò di coprire le spese relative alla sua salute riproduttiva
perché un dottore le aveva consigliato di sottoporsi a
un’isterectomia per superare i forti dolori mestruali. “Se mi
fosse venuto un cancro all’utero o alle ovaie l’assicurazione
non avrebbe coperto le spese”, dice Thompson, che ha 62 anni e
vive South Milwaukee. “Per dieci anni ho vissuto con questa spada
di Damocle”. Thompson, consulente ambientale attualmente in cura
per emicranie e problemi alla vista, ricorda che quando è passata a
un piano assicurativo legato all’Obamacare ha provato “un
enorme sollievo. Ora lo spettro del passato è tornato a
terrorizzarmi. Sto valutando la possibilità di trasferirmi in un
altro stato dove sarebbe più facile ottenere la copertura
sanitaria”. Prima che l’Obamacare obbligasse le compagnie
assicurative a garantire servizi essenziali, le aziende ne
escludevano regolarmente alcuni dalla copertura. Circa due terzi
delle persone che acquistavano la polizza personalmente (cioè senza
passare dai loro datori di lavoro) non avevano diritto a una
copertura per la maternità. Un terzo non aveva copertura per abuso
di sostanze e un quinto non aveva diritto all’assistenza per i
casi di malattia mentale. Ellen Pasquette, 48 anni, perse la sua
copertura sanitaria quando tornò in Pennsylvania, alla fine degli
anni novanta. Artista freelance e musicista, Pasquette non ha
mai stipulato una polizza tramite il suo datore di lavoro. Visto che
soffriva di depressione, ha avuto “enormi problemi a trovare una
compagnia disposta a farle una polizza”, anche se non era mai
stata ricoverata e per il resto godesse di buona salute. Quando
alla fine è riuscita a ottenere un’assicurazione, c’era una
clausola che escludeva qualsiasi copertura per le cure mentali. Oggi
Ellen e suo marito Thomas usufruiscono di un piano sanitario legato
all’Obamacare. La donna dice che dopo aver analizzato la legge
dell’amministrazione Trump ha vissuto momenti in cui ha “sfiorato
il panico”. In passato l’esclusione di alcune malattie dalla
copertura medica ha costretto molte persone a contrarre debiti
enormi. John Gillespie e sue moglie Beth gestivano un piccolo
negozio di autoricambi. Alla fine degli anni novanta la coppia, che
vive a Beaver Falls, in Pennsylvania, non riusciva a trovare una
compagnia disposta a coprire l’epilessia di Beth. Un giorno Beth
si presentò al pronto soccorso in preda a un attacco, e i medici
temevano che avesse sviluppato una meningite. Restò in terapia
intensiva per tre giorni. Alla fine fu confermato che si trattava
di un attacco epilettico, e la coppia si vide presentare un conto di
20mila dollari per le spese mediche. “Ci abbiamo messo anni per
ripagare il debito”, racconta John. In seguito i Gillespie sono
riusciti a trovare un piano assicurativo che coprisse l’epilessia,
ma il prezzo da pagare era altissimo, circa 2.400 dollari al mese
per entrambi. Beth e John non riuscivano a far quadrare i conti
anche se lavoravano 60 ore alla settimana e a volte insegnavano
nelle scuole serali. Oggi pagano 1.200 dollari al mese per
l’assistenza medica. Hanno entrambi 58 anni, vanno verso la
pensione e non sarebbero in grado di coprire le spese in caso di
un’altra emergenza medica. Fran Slayton e suo marito, un avvocato,
pagano circa 1.500 dollari al mese per un piano che copre anche la
figlia di 13 anni. Guadagnano troppo per avere diritto ai sussidi
federali. Anche se è più caro di quanto vorrebbero, il piano ha
coperto l’operazione a cui Fran si è sottoposta nel 2016 per
rimuovere il tumore al cervello. In passato le high-risk pool, i
fondi messi a disposizione dagli stati su cui conta la legge voluta
da Trump per aiutare le persone con malattie gravi , si sono
rivelate un’opzione troppo costosa. Come dimostra il caso di
Janice Elks, 50 anni, proprietaria di un piccolo negozio a Omaha, in
Nebraska. Elks aveva un cancro all’utero e una neuropatia ma non
riusciva a procurarsi un’assicurazione. La sua unica opzione era
fare richiesta per il fondo del Nebraska. Janice ha calcolato che
avrebbe dovuto spendere circa 15mila dollari all’anno per una
polizza, quando le spese mediche per i farmaci per le iniezioni di
steroidi ammontavano a poche migliaia di dollari all’anno. Oggi
paga solo 640 dollari al mese. Janice è “terrorizzata” che la
legge possa cambiare. Oggi è affetta da tachicardia, e teme che
prima o poi avrà bisogno di operarsi. “Le operazioni sono
costose”, dice. Ha 50 anni e ne devono passare altri quindici
prima che possa entrare nel Medicare, il programma del governo
federale di assistenza per gli anziani. “Vivrò abbastanza per
arrivarci?”.
“Internazionale” 13 maggio 2017
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