Matteo
Renzi, che un po' di fiuto ce l'ha di sicuro, punta al voto moderato,
di conservazione, il voto dei notai, dei farmacisti, dei medici,
della burocrazia medio-alta, di quadri tecnici, commercialisti e
militari di professione, ma anche di gran parte degli albergatori,
dei bottegai, dei padroni di bar, dei meccanici, carrozzieri,
idraulici, orafi, di quelli - insomma - che sono riusciti a
mantenere, dopo il periodo più pesante della crisi, qualcosa da
perdere (redditi, proprietà, privilegi). Da qui le molte allusioni
al cataclisma, al "salto nel buio", che seguirebbe un
prevalere del NO.
La
sua convinzione è che - in grandissima parte - quelli che dalla
crisi hanno subito i colpi più duri e non hanno più le speranze
della giovinezza (dagli operai precarizzati agli artigiani senza
lavoro, dai pensionati poveri ai piccoli impresari sulla via del
fallimento) non andranno ai seggi, confusi dalle opposte demagogie
(la sua da una parte, quella di grillisti e razzisti dall'altra). E'
persuaso perciò che maramaldeggiare contro un sindacato in forte
crisi, contro il lavoro dipendente e certe categorie dell'impiego
pubblico, perfino - ogni tanto - contro i "politici" e la
politica gli giovi, come gli giova l'appoggio rassicurante di
Confindustria e Confcommercio. Si compiace perfino delle
dichiarazioni di Berlusconi, che da un lato fa finta di opporsi
dichiarando il suo "no", dall'altro lo elogia come leader e
lo proclama suo erede politico.
Quello
diretto a questi ceti medi è un messaggio che può "arrivare".
Guardiamoci intorno. Certi nostri amici e compagni che in gioventù
avevano nutrito ideali egualitari e che a Berlusconi si erano opposti
perché lo trovavano indigesto, ora trovano sdoganate le convinzioni
che la condizione sociale suggeriva loro e si vergognavano a
esplicitare. Ora possono dirlo che gli operai e i lavoratori
dipendenti, specie pubblici, hanno (ancora?) troppi diritti e troppe
tutele, che l'articolo 18 era la bandiera dei fannulloni, che i
sindacalisti sono una pessima genìa, che le banche vanno salvate
anche a scapito della scuola o della sanità, che le tasse..., che la
magistratura... eccetera. La classe non è acqua e la piccola
borghesia nella sostanza non cambia: quando ha da scegliere tra il
signore e il poveraccio sceglie il signore e per uno che non molla se
ne trovano dieci che si adeguano. Il SI' probabilmente vincerà: di
poco, ma vincerà; e la stagione berlusconiana troverà il suo
compimento istituzionale. Eleggeremo un governo che avrà le mani
libere, con un parlamento che ne sarà stabilmente una appendice, con
istituti di garanzia depotenziati.
Non è detto che poi Matteo Renzi vinca le elezioni. La difficoltà di cambiare la legge elettorale, la paura e il democristianismo di fondo lo spingeranno a fare il listone con i ciellini alla Lupi, con gli Alfano, coi Verdini, coi casinisti residui, ma potrebbe anche accadere che i grillisti facciano il pienone della protesta e che lo battano. Non sono affatto certo che sia meglio, anche se sono convinto che con i veri padroni (internazionali e nazionali) troveranno anche loro un modus vivendi. Anche tra loro è preponderante l'anima piccolo-borghese.
Non è detto che poi Matteo Renzi vinca le elezioni. La difficoltà di cambiare la legge elettorale, la paura e il democristianismo di fondo lo spingeranno a fare il listone con i ciellini alla Lupi, con gli Alfano, coi Verdini, coi casinisti residui, ma potrebbe anche accadere che i grillisti facciano il pienone della protesta e che lo battano. Non sono affatto certo che sia meglio, anche se sono convinto che con i veri padroni (internazionali e nazionali) troveranno anche loro un modus vivendi. Anche tra loro è preponderante l'anima piccolo-borghese.
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