Voglio cantare tutte l'ore grigie
in questa solitudine pensosa
mentre raduno ogni mia vecchia cosa
a riempir le mie vecchie valigie.
Oh le valigie, le compagne buone
dei poveri viaggi in terza classe
vecchie, sfiancate, fatte con qualche
asse
sottile e con la tela e col cartone.
Le camicie van qui da questa parte,
quaggiù ai colletti cerco di far
posto,
lì le cravatte e qua, quasi nascosto,
un manoscritto, e ancora libri e carte.
Ecco il pacchetto della mamma. Odora
vagamente di cacio e di salame.
Già, se avessi in viaggio ancora fame.
E questo libro e un altro, un altro
ancora.
Dove vado? Non so. Ma mi sovviene
d'averla pur desiderata questa
partenza come, il piccolo, la festa
che col serraglio e con la giostra
viene.
Dove, non so. Ma pare a me ch'io
debba
vivere senza scopo, allo sbaraglio;
e a tratti con l'inutile bagaglio
partir per i paesi della nebbia...
partir per i paesi della nebbia...
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