Che nessuna parola, tagliasse come
acciaio,
separi ciò che mille fili uniscono,
e mai nessun pensiero, anche possente,
mesca fiele alla coppa di vin puro.
La vita è tanto breve, e rara la
fortuna:
essere, finalmente, invece di sembrare!
La sorte, come per celia malvagia,
ci ha collocati su due poli ostili.
Ma tu sappi che dove culmina la
scissione,
il magnete governa, sovrano universale,
che non teme né fiumi né montagne,
e passa col suo raggio il cuore della
terra.
Guardami gli occhi, non son forse i
tuoi,
persino la mia collera, non somiglia
alla tua ?
Sorridi, e quel sorriso è come il mio,
allegro o pensieroso similmente.
Ciò che diventa scherzo sulle labbra
di tutti,
lo sentiamo più sacro, noi due, nel
nostro cuore.
Castore e Polluce: chiaro e tenebra
alterni,
luce soltanto se rubata all'altro,
e segno, tuttavia, della fedeltà più
religiosa.
Dammi, Dioscuro, dunque, la tua mano!
Che quel mito solenne si rinnovi,
che una fiamma gemella arda sull'elmo.
Da La casa nella brughiera, BUR,
1988 – Traduzione Giorgio Cusatelli
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